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Crisi: G.Roma, per crescere competenze manageriali nelle Pmi

29 aprile 2016 | 17.27
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Giuseppe Roma
Giuseppe Roma

L'Italia "non sempre riconosce il valore delle capacità (fino a emarginarle) e conferisce ruolo e potere indipendentemente dalle competenze: il 35% degli occupati fa un lavoro diverso da quello per cui si è formato e tralasciamo la sorte dei giovani laureati, specie quelli bravi e volenterosi". Lo ha detto Giuseppe Roma, sociologo, intervenendo alla tavola rotonda 'Costruiamo insieme il nostro futuro', organizzata in occasione dell'assemblea della Cida.

Il 'low cost', ha spiegato Roma, sembra che "abbia influenza anche sull’organizzazione delle imprese e dei servizi pubblici, visto che in tutta Europa i dirigenti tendono a diminuire e solo nel Regno Unito aumentano con positivi effetti sulla crescita". "In ogni caso l'Italia con il 4% di densità di posizioni dirigenziali sugli occupati , è molto distante sia dal Regno Unito dove i manager rappresentano il 10% che dalla Francia (7%)", ha precisato.

"In un Paese di piccole imprese e di un capitalismo spontaneo e familiare, solo l’inserimento di competenze manageriali ha consentito di tenere il passo con l’iper competizione globale. Resta comunque un processo poco diffuso e senza aiuti o incentivi. In una tale condizione, il tessuto di Pmi rischia di rappresentare una delle cause che non fanno crescere l’economia. Dall’impresa familiare bisognerebbe pensare a un grande Progetto Paese d’impresa (anche piccola o media) ma manageriale", ha detto il sociologo.

"Non riconoscendo ruolo e prerogative ai dirigenti si rischia l’appiattimento, la perdita di responsabilità e il depotenziamento delle classi dirigenze. Eppure, molti processi virtuosi sono accettati e promossi dalla dirigenza pubblica e privata: riconoscimento del merito, valutazione delle prestazioni e dei risultati, etica e responsabilità sociale, attenzione alle risorse umane, formazione e aggiornamento", ha sottolineato.

"Alle ben note problematiche passate se ne aggiunge una nuova, il rapporto con il potere aziendale e istituzionale. Viviamo un progressivo accentramento delle funzioni di comando nelle organizzazioni politiche ed economiche", ha avvertito.

"E’ una reazione alle sfide che propone una realtà che continua a sorprenderci. Ma si tratta di una scorciatoia: senza una classe dirigente operativa capace, leale e autonoma i comandi del vertice non si tramettono e non si diffondono, né nelle organizzazioni e tanto meno nella società", ha concluso Giuseppe Roma.

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