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Giustizia, Barani (Ala): "Canzio? Finalmente messo dito nella piaga"

27 gennaio 2017 | 19.33
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(Fotogramma)
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"Finalmente Canzio ha messo il dito nella piaga, tirando le orecchie ai procuratori che si vogliono fare pubblicità, per fini politici e altro, con le loro indagini". Così il senatore Lucio Barani, di Ala, commenta le parole pronunciate per l'apertura dell'anno giudiziario dal Primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio che ha criticato le indagini "già di per sè troppo lunghe" e le "distorsioni del processo mediatico" favorite anche dalla "spiccata autoreferenzialità" di taluni pm.

"Implicitamente - sottolinea Barani - ha detto che alcuni, addirittura le indagini le iniziano, pur sapendo che non c'è alcuna illegalità da perseguire, ma solo per farsi pubblicità. Se uno processa un rapinatore o l'autore di furto non ottiene notorietà, se si prende un sindaco che fa pipì in pubblico è già un'altra storia".

Barani ripensa al clima di Mani Pulite, agli anni '90, sottolineando che "come sindaco di Aulla ho fatto un monumento alle vittime di Tangentopoli, mettendo in una targa le parole di Moroni (Sergio, ex parlamentare Psi, morto sucida nel '93).

Per il senatore di Ala quelle parole o quelle di Gabriele Cagliari, che nella lettera di addio ai familiari puntava il dito contro i giudici che "stanno distruggendo le basi di fondo e la stessa cultura del diritto, percorrendo la irrevocabilmente la strada che porta al loro Stato autoritario, al loro regime", non erano frutto di disperazione, ma erano quelle di uomini saggi, capaci e con le palle". "Quella era una magistratura che voleva togliere certe forze politiche dall'arco costituzionale, per favorirne altre", sottolinea Barani.

"Canzio - conclude Barani - ha avuto un coraggio senza precedenti: la magistratura 'sana' c'è ed è per il 90%, ma il 10% delle toghe è senza alcuna nozione di diritto, vogliono visibilità, hanno le amanti da far vedere, vogliono piazzarsi, grazie alle loro indagini".

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