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Giustizia, penalisti contro paralisi: Caiazza scrive a presidenti Camere penali

30 agosto 2020 | 15.57
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"Si parla della ripresa di ogni possibile attività - scuola, discoteche, trasporti pubblici, alberghi, ristoranti - fuorché di quella giudiziaria"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane Gian Domenico Caiazza ha scritto a tutti i presidenti delle Camere penali territoriali italiane per il rilancio delle iniziative dell’Unione per la piena ripresa delle attività giudiziarie, con la richiesta di monitoraggio in ogni singolo ufficio giudiziario dell’attività, e delle relative modalità, delle cancellerie e delle segreterie, e della celebrazione o meno delle udienze e delle eventuali motivazioni ed entità del rinvio delle stesse. Nella lettera, inoltre, punta il dito contro l'autentico "scandalo che si sta consumando nel Paese: la deliberata, irresponsabile paralisi della giurisdizione".

"Le premesse della (formale) ripresa dell’attività giudiziaria sembrano replicare, se non peggiorare, quanto ci siamo appena lasciati alle spalle - si legge nella lettera di Caiazza - Il sintomo più significativo è che si parli della ripresa di ogni possibile attività - scuola, discoteche, trasporti pubblici, alberghi, ristoranti - fuorché di quella giudiziaria. Ed anzi i segnali di aumento dei contagi (ma forse sarebbe più corretto dire: di aumentato numero dei contagi rilevati con tampone) preludono al peggio".

"Il ministro della Giustizia tace, e dunque tempi, modi e numeri della ripresa sono letteralmente affidati, come fino ad oggi, all’arbitrio dei singoli uffici giudiziari, e soprattutto alle determinazioni dei sindacati del pubblico impiego", continua.

"Non possiamo consentire che questo scempio accada, e che si confermi nella considerazione generale della pubblica opinione la marginalità del 'servizio Giustizia' - aggiunge Caiazza - Il Paese ha maturato una idea talmente ancillare rispetto alla Magistratura, una delega fiduciaria a tal punto incondizionata, da considerare il servizio giustizia questione sulla quale non vi è da discutere: se le cose vanno così, vorrà dire che così devono andare, e di più non si può pretendere".

"La Giunta dell’Ucpi intende rilanciare fortemente la propria iniziativa sul tema della piena ripresa delle attività giudiziarie, le quali non possono e non devono sottrarsi alla doverosa presa d’atto della necessaria convivenza endemica con l’infezione che attende l’intera comunità sociale (mondiale!) almeno per il prossimo anno - prosegue - Si adottino le più efficaci misure di precauzione sanitaria, che ormai ben conosciamo e che in realtà sono anche banali e poco dispendiose se rispettate con rigore, ma si riprenda senza più riserve ed indugi a pieno regime".

"Ti chiediamo dunque - afferma ancora Caiazza nella lettera ai presidenti delle Camere penali territoriali - di monitorare con grande accuratezza ciò che accade nel tuo Foro di appartenenza a partire da martedì 1 settembre. Ti invitiamo anzi a richiedere subito un incontro con i vertici degli Uffici Giudiziari del tuo Foro per avere contezza dello stato dell’arte e delle prospettive di ripresa. Ti invitiamo a raccogliere dati con molta accuratezza, di verificare quali cancellerie e segreterie hanno ripreso, quali no ed in tale ultimo caso perché e con quali formali motivazioni. Ti invitiamo anche a monitorare se le udienze già fissate si celebrino regolarmente, e se rinviate con quali motivazioni e con quale entità di rinvio".

"La preghiera è di relazionarci già entro la sera di venerdì 4 settembre o al più tardi sabato 5 settembre, già tuttavia predisponendoti, con il tuo direttivo e con tutti gli iscritti che riterrete di coinvolgere, per analogo monitoraggio anche nella settimana successiva - conclude - Ti prego di considerare questa nostra iniziativa come assolutamente prioritaria, e meritevole del massimo impegno. Le 131 Camere Penali italiane sapranno raccontare alla pubblica opinione la verità e la straordinaria gravità di questo autentico scandalo che si sta consumando nel Paese: la deliberata, irresponsabile paralisi della giurisdizione".

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