cerca CERCA
Martedì 16 Aprile 2024
Aggiornato: 17:07
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Vaccini: esperti, anti-pneumococco salvavita sicuro e costo-efficace

21 luglio 2016 | 18.44
LETTURA: 6 minuti

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Nell'Italia contagiata dal movimento 'antivax', c'è una profilassi salvavita raccomandata ai bambini già dai primi mesi di vita insieme al vaccino esavalente, ma sempre più disertata dai genitori suggestionati dai falsi miti che dilagano sul web: è la vaccinazione antipneumococcica, "efficace e sicura contro malattie invalidanti come le otiti medie ricorrenti e le polmoniti, o potenzialmente mortali come la meningite e la sepsi". Fra i piccoli della Penisola la copertura è ormai scesa sotto la soglia di sicurezza del 95%, attestandosi "come l'esavalente al 92%, con un calo progressivo annuale".

Nelle ore in cui la Federazione nazionale degli Ordini dei medici prospetta per i camici bianchi 'no-vax' sanzioni fino alla radiazione, a lanciare l'allarme pneumococco è Susanna Esposito, direttore dell'Unità di pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione Policlinico-università degli Studi di Milano, e presidente dell'Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid). L'AdnKronos Salute l'ha sentita insieme a Giorgio Palù, direttore dell'Unità operativa di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova, e presidente della Società europea di virologia.

I due esperti hanno messo la firma a uno studio presentato all'ultimo Congresso della Società europea per le malattie infettive pediatriche (Espid): la prima analisi costo-efficacia che utilizza il concetto di overall effectiveness (efficacia complessiva a prescindere al sierotipo del batterio Streptococcus pneumoniae, 'alias' pneumococco) per stimare i benefici della vaccinazione sia sulla salute dei pazienti sia sulle casse del servizio sanitario.

Dal confronto diretto fra i vaccini 13-valente (Pcv13) e decavalente (Pcv10) già autorizzati sul mercato nazionale, applicando un prezzo di acquisizione uguale per i due prodotti, i dati mostrano lo stesso livello di protezione verso la malattia pneumococcica invasiva e le polmoniti, con un potenziale vantaggio per il Pcv10 (Synflorix*, Gsk) nella prevenzione delle otiti medie acute. Ciò si traduce in costi inferiori per circa 1 milione di euro (immaginando che i bambini vaccinati nei primi mesi di vita vengano seguiti fino al 18esimo anno d'età), che contribuirebbero per gli autori alla sostenibilità dei programmi vaccinali.

"Lo studio che abbiamo presentato al Congresso Espid ha dimostrato che i due vaccini 13-valente e il Synflorix presentano un'elevata efficacia, con dei dati molto interessanti di Synflorix per quello che riguarda il rapporto cost-effectiveness", spiega Esposito. "Siamo stati in grado di dimostrare che per quanto riguarda l'efficacia generale nel prevenire le infezioni invasive e anche quelle non invasive, e i costi relativi, i due vaccini sono equivalenti con un piccolo vantaggio per il Synflorix per quanto riguarda i costi", conferma Palù.

Lo specialista ricorda che "esistono più di 90 sierotipi di pneumococco", caratterizzati da diversi antigeni presenti sulla capsula zuccherina che difende il batterio dagli attacchi del sistema immunitario. "Virtualmente è impossibile essere protetti con un vaccino efficace contro tutti questi 90 sierotipi", precisa Palù evidenziando inoltre che "l'Organizzazione mondiale della sanità, nel 2012 con un suo Position Paper, ha stabilito che nel valutare l'efficacia di un vaccino - soprattutto di quelli che contengono molti antigeni diversi - non è tanto la quantità a fare la differenza, bensì l'efficacia generale nel prevenire l'infezione. A meno che in determinate condizioni epidemiologiche non ci sia un ceppo prevalente".

Synflorix viene descritto dagli addetti ai lavori come l'unico vaccino antipneumococcico di ultima generazione che ha dimostrato un'efficacia overall, offrendo cioè una protezione globale anche nei confronti di sierotipi batterici non contenuti nel prodotto. La prova è arrivata da due studi randomizzati, uno condotto in Europa su 47 mila bambini e l'altro in Sud America su 27 mila. Sulla base delle evidenze scientifiche prodotte, e di quelle cliniche raccolte con l'esperienza sul campo, diversi Paesi (Finlandia, Belgio, Svizzera, Olanda e Nuova Zelanda) hanno stabilito di considerare l'efficacia dei vaccini decavalente e 13-valente sovrapponibile, e hanno proceduto a gara considerando entrambi i vaccini idonei a rispondere agli obiettivi previsti dai Piani di vaccinazione nazionale.

"Soprattutto in questo momento di sfiducia verso le vaccinazioni - ammonisce Esposito - è fondamentale mantenere elevate coperture vaccinali contro lo pneumococco. Coperture che devono essere garantite già nel primo anno di vita", insiste l'esperta assicurando che "i dati raccolti sulla sicurezza dei prodotti a disposizione sono moltissimi, e tutti supportano la tollerabilità e il fatto che non ci siano effetti collaterali di rilievo". Lo pneumococco "può causare infezioni mortali", oltre a "patologie comuni che in alcuni casi sono estremamente fastidiose". Perciò "ridurre la patologia significa ridurre l'abuso di antibiotici con tutte le complicanze che ne possono derivare", e soprattutto salvare gli italiani del futuro da possibili killer.

"Si calcola che circa il 5% della mortalità nei bambini al di sotto dei 5 anni sia dovuto a infezione da pneumococco", dice Palù. Fra le patologie più gravi che il batterio può causare ci sono "malattie invasive importanti come la meningite purulenta, la batteriemia, la setticemia e la polmonite con batteriemia".

La minaccia riguarda "prevalentemente i neonati e i bambini under 5, gli adulti over 65 e le persone con compromissione del sistema immunitario. Le incidenze dell'infezione da pneumococco vanno da 1 a 10 casi ogni 100 mila abitanti". Tradotto in numeri annuali "si può dire, almeno per le statistiche degli Usa, quelle più probanti, circa 3 mila casi di meningiti, 50 mila casi di batteriemia, 500 mila casi di polmoniti e quasi altrettanti di otite media".

Ma l'insidia pneumococco è molto più subdola di quanto i numeri riescano a raccontare. "Si calcola che dal 5 al 40% delle persone sane siano portatrici di streptococco nelle cavità nasali, quindi di fatto siamo tutti infettati - avverte lo specialista - C'è poi un meccanismo, ancora non ben noto, per cui il batterio diventa virulento e può accedere a siti importanti del nostro organismo", provocando patologie gravi e anche letali. Lo pneumococco è dunque un nemico da 'marcare stretto': si è infatti osservato che "con l'introduzione della profilassi stanno scomparendo i ceppi di batterio presenti nei vaccini, quelli più virulenti, però c'è un ripopolamento con ceppi non vaccinali. Quindi dobbiamo essere sempre molto allerta, e controllare dal punto di vista microbiologico qual è lo stato di portatore e di diffusione nella comunità". Il punto fermo, conclude Palù, è che "prevenire è meglio che curare" e che "la prevenzione più efficace è il vaccino".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza