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Mafia: Ferrante (Tour Plus Sicilia), basta con i soliti stereotipi sull'isola

23 marzo 2017 | 16.13
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I tour operator siciliani
I tour operator siciliani

"Ci sono voluti tantissimi anni per cercare di allontanare le classiche immagini stereotipate della Sicilia. Oggi, la nostra regione è una delle destinazioni turistiche più sognate al mondo. Lo è per via delle sue eccellenze gastronomiche, per la sua incredibile biodiversità, per le sue bellezze naturalistiche e monumentali e per il suo affascinante disordine. Perché dovremmo andare oltre tutto questo e “scoprire il volto oscuro della Sicilia” e proporre degli artefatti tour della mafia o dell’antimafia?". Dario Ferrante, managing director di Tour Plus Sicilia, che da tanti anni si occupa di luxury travel, critica duramente la scelta del tour operator Easy Trapani che propone un vero e proprio 'mafia tour' in Sicilia. Il tour porta i turisti “in alcuni dei luoghi più interessanti e famosi legati alla storia della mafia siciliana in Sicilia occidentale e conoscerete gli eventi passati e recenti sulla scena politica dell'isola”, come recita il sito. Una scelta attaccata ieri anche da Maria Falcone che l'ha definita una "offesa alle vittime di Cosa nostra". Idee, queste del 'Mafia tour' che, anche secondo Dario Ferrante, che ogni anni porta in Sicilia migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, "vanno nella direzione opposta a quella ricerca di autenticità e genuinità ormai alla base della scelta di qualsiasi destinazione turistica per le proprie vacanze".

"Stamattina sono stato svegliato da alcuni sms di amici siciliani che vivono nel mondo e che, nonostante siano perfettamente integrati e costituiscano delle vere eccellenze in vari settori, conservano un legame indissolubile con la nostra terra. Mi hanno chiesto se la notizia che avevano appena letto fosse una bufala o se veramente qualcuno avesse ideato un tour simile per i turisti - racconta Dario Ferrante all'Adnkronos - Da siciliano che ha vissuto tanti anni lontano dalla Sicilia, comprendo benissimo il loro stato. Quando sei lontano da casa, continui a coltivare un attaccamento viscerale alla Sicilia. Una fierezza di spirito e un orgoglio smisurato che ti porta a parlarne sempre, a chiunque e in ogni momento".

"Sinceramente non sapevo di cosa stessero parlando e quindi ho provato a documentarmi. Un’agenzia trapanese ha ideato un Tour (corredato da un video con tanto di sparatoria) della mafia. Una “iniziativa culturale” (parole loro) che utilizza la mafia come brand per promuovere il turismo in Sicilia. Che dire? - aggiunge Ferrante - Non è la prima ne l’ultima agenzia che decida di inventarsi questa originalissima idea. E mi meraviglio dello spazio che venga loro concesso dalla stampa".

'Non si tratta di essere bacchettoni o falsi moralisti'

"Lungi da me commentare le proposte turistiche o le idee creative - chiamiamole così - di chi opera nel mio stesso settore. Apprendo però che l’idea di un Mafia-Tour sia venuta perché, parole dell’ideatore, “i turisti hanno spesso una visione distorta del fenomeno e quindi bisogna andare oltre il fascino dei monumenti, le bellezze naturalistiche e la buona cucina, scoprendo anche il volto oscuro della Sicilia”. Ma perché dovremmo, mi chiedo?", dice ancora Dario Ferrante.

"Ognuno è libero di farsi pubblicità come vuole e scegliere come provare a produrre reddito, facendo i conti con la propria coscienza. E dubito che esista un’agenzia siciliana che non abbia avuto richieste di organizzare simili tour - si sfoga Ferrante - Qui non si tratta di essere bacchettoni o falsi moralisti e mi sembra pure paradossale che un sindaco (come quello di Trapani) sprechi del tempo e delle risorse preziose addirittura per chiedere alla procura l’oscuramento del sito in questione. Il punto è che tutti noi operatori turistici abbiamo un obbligo morale verso questa terra. Ognuno di noi è in fondo un ambasciatore della Sicilia. Stiamo vivendo un momento particolarmente favorevole".

"Tantissimi eventi (veri) porteranno la Sicilia ai vertici del turismo culturale internazionale nei prossimi anni. Molte compagnie aree cominciano a credere nelle potenzialità della nostra isola ed aumentano gli investimenti. Numerose aziende la scelgono per i loro eventi mondiali e la fascia di turisti medio-alta aumenta in maniera esponenziale ogni anno - aggiunge ancora Dario Ferrante - Il marchio Unesco e tanti altri riconoscimenti stanno dando i loro frutti ed avremmo bisogno che tutta la comunicazione fosse concentrata verso l’esterno, trasmettendo positività. Uno sforzo complessivo e sinergico che aiuterebbe a promuovere tutto quanto di bello abbiamo. Ecco, concentriamoci su questo e proviamo a migliorarci, anzichè indignarci per l’ennesima boutade “folkloristica” di una agenzia turistica di provincia… perché i viaggiatori, i nostri amati ospiti, sono meno idioti di come saremmo portati a pensare".

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