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Golfo: caldo record entro 2100, temperature incompatibili con vita

27 ottobre 2015 | 11.14
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Ondate di calore e tassi di umidità tali da essere incompatibili con la vita. Potrebbe essere questo lo scenario al quale si assisterà entro il 2100 in alcune aree del Golfo, dove l'indice di calore potrebbe raggiungere addirittura i 77 gradi centigradi. L'allarme arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change e scritto da Jeremy S. Pal del dipartimento di ingegneria civile e scienze ambientali della Loyola Marymount University di Los Angeles ed Elfatih A. B. Eltahir dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts. Le persone più a rischio di sopravvivenza sono i poveri, ovvero coloro che non adottano sistemi di condizionamento e di raffreddamento della temperatura atmosferica, ma anche coloro che svolgono lavori all'aperto, come nell'agricoltura o nel settore edile.

Il Golfo sarà quindi il primo a sperimentare combinazioni di caldo e umidità insostenibili per l'uomo, nell'ambito di cambiamenti climatici che portano un innalzamento delle temperature in tutto il Pianeta. Le condizioni climatiche estreme non sarebbero costanti, aggiungono i ricercatori, ma i picchi di calore e di umidità diventeranno sempre più comuni. Insomma, una temperatura che oggi viene inserita nel 95esimo percentile, entro la fine del secolo diventerebbe ''una normale giornata estiva'', dicono gli studiosi. ''Gli effetti potrebbero essere letali'', scrive Erich M. Fischer, ricercatore presso l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima al Politecnico di Zurigo.

Particolare attenzione è quindi stata rivolta all'Hajj, il pellegrinaggio che ogni anno porta circa due milioni di persone a La Mecca, e che a causa dell'innalzamento climatico potrebbe portare con sé ''gravi conseguenze per la salute'' quando avviene nel mezzo dell'estate. Una speranza, secondo i ricercatori, è riposta nella disponibilità delle nazioni a ridurre le loro emissioni di gas serra, prevenendo alcuni disastri. "Un tale impegno applicato su scala globale ridurrebbe significativamente la gravità degli impatti previsti", hanno scritto gli studiosi.

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