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Governo Draghi, Europeisti fanno i conti: gruppo Senato 'vale' 590mila euro

11 febbraio 2021 | 15.42
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Nati per sostenere Conte ter ora voteranno fiducia a Draghi, avranno i loro uffici a palazzo Cenci

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Fallito il Conte ter per cui erano nati, ora si trovano in un limbo. Voteranno sì al nascente governo Draghi e poi? Stiamo parlando degli 'Europeisti', il gruppo di dieci 'responsabili' pro Conte creato in brevissimo tempo attorno a due componenti politiche del Misto, il Maie della coppia Ricardo Merlo-Raffaele Fantetti, e il Centro democratico dell'ex pentastellato Gregorio De Falco, nome preso in prestito dall'omonimo della Camera, che fa capo al deputato Bruno Tabacci. I neo costruttori assicurano che hanno un progetto politico di ampio respiro, di stampo moderato liberale ed europeista e che potranno tornare utili anche a 'Super Mario', visto che mettono al centro proprio i valori dell'Europa.

Hanno trovato, raccontano all'Adnkronos, una sistemazione alla 'Camera Alta', precisamente a palazzo Cenci, con dei propri uffici per poter partire anche sotto il profilo organizzativo. Come tutte le forze politiche rappresentate al Senato, anche gli 'Europeisti' hanno diritto a 90 metri quadrati, tra Palazzo Madama, palazzo Giustiniani e palazzo Cenci. Trovare una logistica in corso di legislatura non era facile e la maggiore disponibilità di spazio ha portato alla scelta di palazzo Cenci. In ogni caso, i 'responsabili' di Conte hanno una loro 'consistenza' economica: ognuno di loro 'vale' circa 59mila euro, che moltiplicato per dieci arriva a un totale di 590mila euro.

Una cifra importante, considerati anche i tempi di magra per i partiti dopo il taglio al finanziamento pubblico, che corrisponde al cosiddetto 'contributo annuale' che spetta a ogni gruppo parlamentare, che secondo regolamento deve essere formato da minimo dieci componenti. Carte alla mano, nel dettaglio, ogni senatore che aderisce a un gruppo vale 59mila euro, mentre alla Camera ogni deputato viene stimato un po' di meno, quasi 49mila euro l'anno. Una somma che si dimezza con l'iscrizione a una 'componente' del Misto, come previsto dai criteri di ripartizione decisi dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio (circa 24mila euro).

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