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Governo, Draghi: "Io nonno al servizio delle istituzioni, mio destino non conta"

22 dicembre 2021 | 11.21
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"La responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche"

(Fotogramma)
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"Non immagino il mio futuro all'interno e all'esterno delle istituzioni, l'importante è vivere il presente al meglio possibile, questo è quello che cerco di fare", e tutti i componenti del governo "hanno lavorato sul presente senza chiedersi quello che sarà il futuro". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa di fine anno.

"I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni" ha detto Draghi. "La responsabilità della decisione - ha proseguito - è interamente nelle mani delle forze politiche, non nelle mani di individui: sarebbe un fare offesa all'Italia, che è molto di più di persone individuali. La grandezza del Paese non è determinata da questo o quell'individuo ma da un complesso di forze, di persone e di sostegno politico che permettono di andare nella direzione giusta".

"Abbiamo conseguito tre grandi risultati - ha sottolineato il premier - Abbiamo reso l'Italia uno dei Paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e raggiunto i 51 obiettivi. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà (alla guida, ndr): l'importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, ed è la più ampia possibile. E' una maggioranza che voglio ringraziare molto".

"Il governo comincia con la chiamata di Mattarella, una chiamata di altissimo ordine, che si è tradotta con vicinanza costante all'azione di governo, la responsabilità quotidiana del governo sta nel Parlamento, la prosecuzione del governo sta nel Parlamento" ha affermato il premier rispondendo a una domanda sul futuro del governo. "La Costituzione prevede un governo parlamentare, i risultati sono stati possibili perché c'è il Parlamento, che decide la vita dell'esecutivo".

"Questo governo è nato 'chiamato' dal Presidente della Repubblica, ha fatto molto di quello che è stato chiamato per fare. Tutti noi abbiamo speso tutti noi stessi - ha rimarcato - Fondamentale per l'azione di governo è stato il sostegno delle forze politiche, ed è quello il punto fondamentale".

In futuro il Quirinale può svolgere un ruolo di 'accompagnamento' dell'azione esecutiva? "No, il governo è un governo parlamentare, questo è quello che prevede la Costituzione. Il Presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante. L'esempio del presidente Mattarella è forse la migliore guida all'interpretazione del ruolo del Presidente della Repubblica: ha garantito l'unità nazionale, dalla quale è venuta una maggioranza ampia che ha sostenuto la forza di questo governo. Questo governo, sostenuto e protetto da una maggioranza ampia, ha cercato di fare il meglio possibile" ha detto il premier rispondendo alle domande dei giornalisti.

Quello verso Sergio Mattarella è "un messaggio di affetto, l'affetto che provano tutti gli italiani verso una figura che ha svolto splendidamente il suo ruolo, con dolcezza e fermezza - ha sottolineato - Ha attraversato momenti difficilissimi e ha scelto con lucidità e saggezza. E' l'esempio, il modello di Presidente della Repubblica".

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