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Governo modifica decreto voucher, ma Cgil boccia tracciabilità

22 marzo 2016 | 16.53
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Governo modifica decreto voucher, ma Cgil boccia tracciabilità

Il governo modifica le norme sui voucher : le imprese che utilizzeranno i buoni per pagare il lavoro accessorio, dal valore nominale di 10 euro di cui 7,50 nette al lavoratore, dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo ed il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l’indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata. Ad ufficializzare la modifica al decreto attuativo del Jobs Act, che comunque arriverà solo da uno dei prossimi consiglio dei Ministri, è il ministero del Lavoro, guidato da Giuliano Poletti, che cerca così di riportare in carreggiata l'utilizzo di questo strumento nato per pagare i lavori occasionali ma al centro di forti sospetti di utilizzo improprio dovuto al boom registrato negli ultimi mesi.

Ma la Cgil boccia l'emendamento: "la tracciabilità così come annunciata non serve a contrastare gli illeciti; rimarranno milioni di lavoratori in un'area grigia senza diritti, nuovi poveri e sempre più precari. Una ingiustizia che va cancellata", dice il segretario confederale Serena Sorrentino che chiede al governo, piuttosto, "un incontro serio" sul tema. "Il voucher è uno strumento che va sostituito, come proponiamo nella nostra Carta dei diritti: maschera elusione ed è una forma di precariato estremo e povero che svantaggia ulteriormente soggetti già deboli nel mercato del lavoro", conclude auspicando una "riflessione" da parte di Poletti.

Forti perplessità arrivano anche dalla Uil : "anzichè introdurre "misure che si riveleranno inutili", ammonisce il sindacato, "si riportino i voucher alla loro originaria funzione che era quella di pagare e fare emergere i piccoli lavori occasionali e non quello di sostituire, con dei ticket, le buste paga previste dai contratti per pagare il lavoro dipendente", commenta il segretario generale Stefano Mantegazza, della Uila-Uil, i lavoratori agricoli, un settore in cui le storture provocate dall'abuso di voucher, sono particolarmente pesanti. E di " atto dovuto e minimo sindacale" parla anche il segretario confederale Guglielmo Loy. "Ben venga un intervento che regoli il fenomeno. Tuttavia, la preannunciata novità che stabilisce le modalità con cui il datore di lavoro dovrebbe comunicare, con precisione, l'inizio e fine della prestazione non risolve tutto", sottolinea.

Positivo, invece, ma freddo il commento della Cisl che chiede in sostanza l'introduzione di un 'tetto' nell'utilizzo dei voucher da concordare nei contratti aziendali. “E’ positivo l’intervento annunciato dal ministro Poletti che insiste sulla tracciabilità, ma è anche necessario, per tarare realmente l’utilizzo di questo strumento sulle effettive esigenze di regolarizzazione del lavoro nero, affidarne prioritariamente la gestione alla contrattazione aziendale, contenerne la percentuale di utilizzo ed escludere settori, che già devono affrontare appalti, subappalti, false cooperative", spiega il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni.

La nuova norma, comunque, che introduce una modalità di controllo analoga a quella già in essere per il cosiddetto “lavoro a chiamata, intende, come spiega lo stesso Poletti in una auto-intervista postata su Facebook, "stringere i bulloni per impedire le furbate delle imprese" puntando "ad impedire possibili comportamenti illegali ed elusivi da parte di aziende" che acquistano i buoni-lavoro per utilizzarlo solo in caso di controllo da parte di ispettori del ministero.

Contollo Voucher

Basta usi impropri dei #voucher. L'utilizzo sarà "tracciato". #passodopopasso #Italiacheriparte

Pubblicato da Giuliano Poletti su Martedì 22 marzo 2016

Ed è proprio l’attività ispettiva del dicastero a confermare, infatti, come annota un Report ad hoc del ministero di via Veneto, come le violazioni più ricorrenti in tema di voucher siano rappresentate "dall’utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate; oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte in nero”. Il lavoro di monitoraggio, assicura Poletti, proseguirà e si svilupperà anche in futuro per "poter valutare gli effetti di questo primo intervento": alla luce dei risultati, infatti, il governo valuterà la necessità di procedere ad ulteriori interventi.

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