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Governo Draghi, padre Spadaro: "Non è ammucchiata, c'è equilibrio"

13 febbraio 2021 | 16.59
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Lo spin doctor del Papa all'Adnkronos: "In campo figure non estreme ma di dialogo"

(Fotogramma)
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Un “raffinato equilibrio” nel nuovo governo Draghi. Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e fine osservatore delle dinamiche politiche, non vuole sentire parlare di ‘ammucchiata’ relativamente alla scelta dei ventitré ministri che aiuteranno il presidente del Consiglio a portare l’Italia fuori da una “crisi importante e rischiosa”. In una intervista all’Adnkronos, riflette il gesuita spin doctor del Papa: “Questo momento di ‘promiscuità’ forzata che stanno vivendo i partiti arriva a seguito della crisi politica che ha rivelato anche una crisi di identità. Questa sorta di promiscuità diventa il vero banco di prova in cui le varie forze potranno in qualche modo riscoprire se stesse e riscoprire, quasi come in un’Arca di Noe’, anche i propri istinti naturali”.

Gli scontenti e ipercritici parlano di una ‘ammucchiata’: “ Questa soluzione non mi sembra una ammucchiata ma fa molto leva sulla figura del presidente del Consiglio e sulla Costituzione. È un governo sulla Costituzione e quindi obiettivo di fondo è il Paese e il bene comune, al di là delle singole posizioni ideologiche. E’ una soluzione peculiare - annota Spadaro - per una situazione molto peculiare". Certo, aggiunge, “ci sono dentro tutti, ma il momento è estremamente delicato e quindi c’è un bene più generale della Nazione che chiede a forze molto diverse tra loro - e che è un bene che mantengano le differenze - di convergere per il bene comune. Questa situazione è così delicata che richiede attenzione speciale". Il pensiero del gesuita va ovviamente ai vaccini anti Covid, all’economia del Paese, per citare alcune emergenze importanti.

Padre Spadaro parla di un equilibrio realizzato dall’ex presidente della Bce. “C’è un equilibrio che Draghi ha trovato. Non era facile, ogni equilibrio di questo genere è criticabile chiaramente però il suo punto di vista è equilibrato perché di fatto ha un po’ spuntato le punte. Certamente non è presente una dimensione nettamente sovranista - annota padre Spadaro pensando ad esempio alla scelta di Giorgetti tra i ministri e non di Salvini - ; c’è una dimensione di equilibrio, e di competenza soprattutto, che garantisce questa fase delicata che non può durare a lungo ma che deve potere aiutare l’Italia ad uscire da un momentino di crisi delicata e rischiosa”.

C’è chi dice che la crisi fatta esplodere da Renzi abbia riconsegnato il Paese a Salvini e a Forza Italia. “Questa è la prima impressione, d’altra parte - fa notare padre Antonio Spadaro - è anche vero che tutti sono contenti e tutti sono scontenti; tutti accettano questa situazione perché è transitoria, di emergenza ma è anche vero che le figure messe in campo non sono figure estreme ma di dialogo, di mediazione. Pd e M5S hanno fatto uno sforzo di mediazione, di convergenza”.

Il direttore di Civiltà Cattolica ritiene che “sarebbe stata una ammucchiata se Draghi avesse messo punte estreme in contatto tra loro, dunque in conflitto, invece ha scelto figure di tecnici in posizioni molto delicate e figure di politici abituati a fare un lavoro di mediazione: in questo risiede la saggezza della scelta. Al di là delle etichette, Draghi ha trovato persone che sono in grado di lavorare insieme, facendo in modo che i valori che le singole forze portano avanti possano convergere in funzione di un progetto comune che ha obiettivi chiari e limitati nel tempo”.

Padre Spadaro sottolinea come in questo momento ci sia “anche bisogno di spurgare tensioni inevitabili interne ma che poi hanno pesato”. I partiti sono “chiamati a riflessione su se stessi. Ora - dice Spadaro- il M5S è obbligato ad una riflessione su come vede se stesso, la Lega deve riflettere sulle posizioni che prende in Italia e anche in Europa e già pare lo stia facendo. Lo stesso Pd, dopo la scissione di Italia viva, è chiamato a riflettere sul significato della sua alleanza con Leu e i Cinque stelle. È un momento laboratorio e questo spazio consente una decantazione delle tensioni e una riflessione su cosa queste forze vogliono essere e come si definiscono nelle dinamiche del Paese”.

Resta il fatto che nel governo ci sono poche donne: “Si, però bisogna anche valutare il peso dei ministeri e le donne - il punto di vista di Spadaro - sono in una posizione di leadership molto significativa. È chiaro poi che un governo di questo tipo non può accontentare tutte le istanze possibili però certamente bisogna guardare al peso e alla qualità”.

Una decisione che segna una continuità col governo Conte 2 è la scelta di lasciare il ministro Speranza alla Salute. “Questo - osserva Spadaro - è indicativo perché ci fa capire che è importante avere una continuità e quindi avere competenze che si sono sviluppate in questo periodo che sono assolutamente da mantenere e probabilmente, nella conferma, ci sarà anche un giudizio sull’operato del ministro. Poi vediamo che succederà con i sottosegretari”.

Padre Antonio Spadaro parla anche del passaggio di consegne elogiando lo stile, non così scontato di questi tempi, di Giuseppe Conte. In proposito osserva: “Conte è stata una figura importante anche per come ha gestito questa fase delicata anche per lui personalmente. E’ una figura che potrà continuare a dare all’Italia il suo contributo nelle forme che vorrà e che saranno opportune. Il passaggio elegante di consegne è segno dell’importanza che di da’ alle istituzioni e in questo senso questo gli fa onore. Conte è stato in grado di comprendere la situazione del momento e di definire il proprio ruolo”. (di Elena Davolio)

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