Pochi numeri e molte coperture da trovare. Nelle linee programmatiche di Matteo Renzi ci sono obiettivi ambiziosi, su tutti la riduzione 'a doppia cifra' del cuneo fiscale e il pagamento 'totale' dei debiti della pubblica amministrazione. Ma mancano la quantificazione degli interventi e, soprattutto, l'indicazione delle risorse necessarie per portarli a termine. Solo sul lato imprese e lavoro, secondo Confartigianato, non bastano 100 mld. L'unica indicazione concreta, per ora, è il 'soccorso' di Cassa Depositi e Prestiti per pagare le imprese in arretrato.
Il premier ha accennato infatti a "un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti". E il pensiero va a una proposta avanzata dal presidente di Cdp, Franco Bassanini, insieme all'economista Marcello Messori. In estrema sintesi, prevedere un adeguato meccanismo di garanzia dello Stato sui crediti certificati acquistati dalle banche; concedere alle banche, che non intendono procedere alla ristrutturazione ai tassi stabiliti, il diritto di cedere alla Cassa depositi e prestiti i crediti da ristrutturare. Potrebbe essere la strada per spingersi oltre quanto già fatto dal Governo Letta.
Gli unici numeri forniti da Renzi sono quelli che riguardano "il tracollo'' che il Paese sta vivendo dal 2008. Negli ultimi sei anni, ricorda, "questo paese ha perso 9 punti percentuali di pil, la disoccupazione dei giovani è passata dal 21,3% al 41,6%, la disoccupazione è passata dal 6,7% al 12,6%''. La crisi, chiarisce il premier, ''non è un numero, che però è impietoso, devastante, e impone un cambio radicale delle politiche economiche''. Per il resto, tutto ancora da quantificare. (segue)
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