''Il ruolo della Bce è fondamentale nella riscrittura delle regole europee. Renzi e Berlusconi hanno un buon rapporto con Draghi, che fino in fondo ha svolto un ruolo fondamentale nella difesa della stabilità dei mercati, anche italiani, ma il nostro Paese ha bisogno di un governo con una strategia internazionale precisa, in collegamento con gli altri Stati che si trovano nella stessa situazione economica-finanziaria. Non si può certo risolvere tutto con una chiacchierata estiva tra Renzi e Draghi...''. Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, avverte il leader Pd: va bene avere un canale aperto di comunicazione con il governatore di Bankitalia, ma al di là dei ''proclami e delle slides'', servono ''misure concrete'' per le famiglie e le imprese, sul costo del lavoro e sul fisco, in particolare.
Si preannuncia un autunno caldo, sulle riforme istituzionali vale sempre il Patto del Nazareno (che ''ha funzionato in Aula grazie a i voti di Fi''), ora tocca all'economia: qui il partito di Silvio Berlusconi, avverte Romani all'Adnkronos, attende Renzi al varco: ''La linea di Francoforte, dettata dalla Bundesbank, ha generato solo recessione. I parametri di Maastricht, a cominciare dal tetto del 3%, e tutto l'armamentario del fiscal compact, del Two Pack, del Six Pack, hanno fatto il loro tempo. E su tutto questo vorremmo che il governo italiano si confrontasse con il Parlamento e il Paese''.
Fi, assicura l'ex ministro, ''sta lavorando per presentare una proposta complessiva sull'economia: dal rapporto con l'Europa, di fronte a una politica dell'Ue che ha portato solo recessione, al problema delle tasse e del debito pubblico''. ''Manca ancora un'autentica rivoluzione fiscale, anche se abbiamo già lo strumento per attuarla, vale a dire la delega approvata alcuni mesi fa''. E ancora: ''Manca una strategia di attacco al debito, anomalia tutta italiana, sul quale l'Europa ci chiederà di intervenire seriamente, una volta per tutte ''.
