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Governo, Taddei: "Con Salvini bomba-deficit 4,5%, inchiodare M5S o replay Monti"

22 agosto 2019 | 16.30
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Filippo Taddei (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Filippo Taddei (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

di Luana Cimino

"Una manovra da 50 miliardi farebbe esplodere il deficit del prossimo anno al 4,5% del pil", con conseguenze gravissime per paese in termini di affidabilità sui mercati ed impatto sulla dinamica del debito pubblico 'monstre' dell'Italia. Così all'Adnkronos l'economsita dem Filippo Taddei, professore di Economia internazionale alla Johns Hopkins University di Bologna ed ex responsabile economico del Pd con Matteo Renzi. "Appare evidente che quella di Salvini non è una proposta politica, ma una figurina, una roba fittizia", aggiunge.

Taddei fa un'analisi anche sulle ipotesi di un'intesa Pd-M5S e mette in guardia contro il rischio che i dem "chiamati per salvare la patria", replichino l'esperienza del governo Monti.

Premettendo di preferire che si vada al voto "per non togliere le castagne dal fuoco" a ai due partiti, Lega e M%S, "che hanno scassato i conti con scelte scellerate". Ad ogni modo, osserva, se il Pd alla fine farà l'intesa per "salvare la patria" ed evitare che le elezioni e l'eventuale vittoria di Salvini portino il paese in default, "bisogna chiarire che noi interveniamo solo per affrontare un'emergenza dei conti, creata dagli stessi 5 Stelle e dalla Lega".

"Deve essere chiarito - insiste - che c'è un'emergenza nazionale, perché il governo uscente ha scassato i conti e quindi noi interveniamo per trovare le risorse per non fare aumentare Iva con tagli della spesa e non con rialzi fiscali". Ma si tratta di una strada costellata da rischi perché "i pentastellati faranno i furbi, quindi vanno inchiodati" con "un patto più che chiaro, cristallino. I Cinque Stelle vadano in giro a dire mi dispiace, c'è emergenza" o, conclude Taddei, "si rischia di ripetere l'esperienza del governo Monti che è stata deleteria per la democrazia italiana, perché è stato percepito come esecutore di scelte obbligate da qualcuno e non qualcosa e cioé l'emergenza conti".

Serve un patto asciutto "su soli due punti di interesse nazionale: emergenza conti e investimenti. E basta", scandisce Taddei. "I conti italiani sono il problema e vanno messi in ordine con tagli della spesa e non con rialzi fiscali", afferma Taddei. E poi il secondo punto di un'intesa dovrebbero essere gli investimenti: "perché è quello che manca alla crescita, quello che ha rallentato è dinamica investimenti".

"Se bisogna fare un accordo in nome del'interesse nazionale allora sia solo su questi due punti - conclude - per favore non si faccia un accordo che invoca crescita e lavoro general-generico con i pentastellati. Se non si può fare un accordo cosi cristallino e asciutto, allora andiamo al voto".

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