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Governo, Zingaretti: "Se cade elezioni, Iv decida dove stare"

20 dicembre 2019 | 08.09
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Governo, Zingaretti:

"Dopo la caduta di questo governo, che abbiamo fatto bene a far nascere, sarebbero inevitabili le elezioni. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni per andare avanti. Ma ci vuole una comune volontà politica. L’appuntamento che Conte ha indicato è per gennaio. Vedremo. Il Pd ci arriverà preparato e con le idee chiare". Lo dice il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

"Le elezioni -aggiunge- ci saranno se dovessimo valutare che l’esecutivo ha esaurito la sua funzione e non serve più all’Italia. Il Pd non intende stare al potere per il semplice gusto di esercitarlo. In ogni caso, la vicenda del referendum sul taglio dei parlamentari non influisce sulla data del voto".

Poi un invito al partito di Matteo Renzi. "Italia viva -chiede il leader Dem- deve decidere se stare o meno dentro la prospettiva del campo progressista. Nel Paese si sta riaffermando uno schema bipolare. Lo stesso straordinario movimento delle Sardine, con la sua semplicità così intensa, ha scelto da che parte stare. Il problema, semmai, è come i partiti progressisti saranno in grado di porsi in sintonia con queste ragazze e questi ragazzi, rispettandone la totale autonomia e senza doversene avvantaggiare per fini di parte. Se le cose stanno così, e se le alternative sono chiare, ogni ambiguità e incertezza da parte dei partiti di governo non ha molto spazio nel futuro e certamente oggi non contribuisce a battere la nuova destra che abbiamo di fronte".

Sulla riforma della legge elettorale "siamo partiti dalla nostra posizione per un maggioritario a doppio turno ma le riforme si fanno con i voti e ora occorre trovare una sintesi. Un maggioritario troppo squilibrato, nell’attuale atipico bipolarismo italiano, può portare a una soverchiante e sproporzionata vittoria della destra sovranista. Un proporzionale puro, al contrario, sarebbe la semplice fotografia della frammentazione attuale. Tra queste due opzioni vi è il terreno di un confronto di tutta la maggioranza e, poi, anche con l’opposizione", spiega poi il segretario del Pd. "Stiamo parlando -aggiunge Zingaretti- di sistemi proporzionali non puri che comunque garantiscono la massima semplificazione del quadro politico e conservano un’ambizione al bipolarismo".

A proposito di una candidatura a premier per il centrosinistra dell'attuale presidente del Consiglio, Zingaretti ha poi spiegato che "Conte si è dimostrato un buon capo di governo. Autorevole, colto e anche veloce e sagace tatticamente. Non va tirato per la giacchetta. Anche se è oggettivamente un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste. Il futuro, tuttavia, sarà determinato dalle scelte che ognuno compirà nei prossimi mesi".

"Ora la priorità assoluta è non distrarsi dalle elezioni di Emilia-Romagna e Calabria. Poi penso a un congresso che rifletta e adegui non solo i nostri programmi, ma anche la nostra cultura politica, il nostro sistema di valori, la nostra forma partito", afferma il segretario del Pd. "E' cambiato tanto -spiega- nei mesi che ci stanno alle spalle. Mi pare che siamo riusciti dall’ultimo congresso in poi a tamponare un tracollo, ad assorbire una scissione, a varare una esperienza importante di governo e a portare un clima civile e sereno nel confronto interno. Il Pd c’è. Questo non era scontato ed è il principale protagonista della risposta possibile alla destra. Ma questo non basta più a fronte delle sfide che ci stanno dinnanzi. Ecco perché il congresso. Che deve essere politico, di grande apertura e rinnovamento e anche di verifica di tutti i gruppi dirigenti, ovviamente compreso il segretario".

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