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Granarolo: Calzolari, a inizio 2017 nascerà acceleratore start up

08 novembre 2016 | 15.36
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Granarolo: Calzolari, a inizio 2017 nascerà acceleratore start up

‘Agrifood Business Innovation Center’. Si chiamerà così l’acceleratore di start up pensato da Granarolo. A presentarlo, durante il convegno organizzato da Granarolo su ‘Alimentazione e sicurezza alimentare’, il presidente del Gruppo Granarolo, Gianpiero Calzolari. Si tratta di un acceleratore ideato per dare nuova linfa vitale ai tanti bisogni delle aziende che avrà sede a Bologna e, oltre a formazione, ricerca e contributi economici, metterà sul piatto bisogni reali in seno alle aziende, impianti pilota e disponibilità all'affiancamento in fase di start-up. L’acceleratore avrà al suo fianco anche l’Università di Bologna, Aster e la Regione Emilia-Romagna.  

"Sarà un acceleratore – spiega Calzolari – che metterà insieme diverse eccellenze emiliano-romagnole: aziende agroalimentari, di packaging, biomedicali, di macchinari agricoli, di logistica. Saranno selezionate 12 start up del settore agroalimentare. A occuparsi della selezione e del tutoraggio, un consorzio di circa 10 aziende" che operano negli ambiti sopra descritti.

"Saranno aziende emiliano-romagnole – spiega Calzolari – e proveremo insieme a capire quali idee, tra quelle proposte, possono essere realizzate. Forniremo alle start up selezionate la formazione, la sede e le fabbriche in cui realizzare il loro progetto. Anziché aspettare che le start up ci facciano proposte saremo noi ad orientarle in base ai bisogni del mercato".

"Diamo l’opportunità ai giovani e a noi stessi di cogliere le occasioni" ha concluso Calzolari. Il progetto partirà a inizio 2017. Il convegno si è tenuto presso il nuovo auditorium di Granarolo, nel bolognese, ed è stato inaugurato da Sergio Venturi, assessore alle Politiche della Salute della Regione Emilia-Romagna.

In platea anche esponenti di Legacoop, come Rita Ghedini, della politica, come il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Paruolo e il presidente del Quartiere Navile di Bologna, Daniele Ara e il vescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che ha portato la sua benedizione.  

Nell'anticipare le iniziative per i 60 anni del gruppo Granarolo, il presidente  Calzolari ha illustrato il modello cui si ispira l’azienda: la conciliazione di nuove tendenze e innovazione con l’unicità del made in Italy, senza rinunciare alla valorizzazione delle filiere agricole, asse portante della tipicità e della qualità dei prodotti italiani.

L’obiettivo del gruppo è far crescere l’economia del cibo italiano nel nostro Paese e all'estero e di raggiungere il traguardo dei 50 miliardi di fatturato di export agroalimentare entro il 2020, anche facendo network con altre aziende italiane, non strettamente di food ma di business correlati come il biomedicale o il packaging.

Qualità del prodotto sulla tavola del consumatore, sicurezza alimentare, efficienza logistica e di costo e sostenibilità ambientale sono le quattro anime in cui si declinerà la prestazione globale di una moderna filiera agroalimentare.

Riccardo Manzini, direttore Food supply chain center dell’Università di Bologna, ha evidenziato come sia una sfida per chi si occupa della filiera alimentare trovare le soluzioni migliori per far viaggiare i prodotti, mantenendo le condizioni adatte alla loro conservazione. Un tema che riguarda la qualità del cibo che arriva sulla nostra tavola, in termini di gusto ma anche di sicurezza. Visto l’orientamento delle tendenze, che portano verso una crescita prevista del 55% del volume di merce scambiata a livello globale da qui al 2050, è necessario – ha sottolineato Manzini - rivoluzionare gli attuali sistemi di movimentazione, stoccaggio e trasporto degli alimenti, sotto la spinta di un’"Industry 4.0".

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