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Grasso: "Combattere il terrorismo, rafforzando istituzioni e diritti"

26 febbraio 2015 | 11.33
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Il presidente del Senato al seminario Onu-Pam per i parlamentari della Regione del Maghreb esorta a "non cadere nelle provocazioni di chi persegue la politica della morte e del terrore, richiamandosi alla vuota retorica dello scontro di civiltà, per innescare ancora altro odio e giustificare compressioni delle libertà individuali"

Il presidente del Senato, Pietro Grasso (foto Infophoto)
Il presidente del Senato, Pietro Grasso (foto Infophoto)

Il terrorismo non va combattuto esclusivamente manu militari ma, anche e soprattutto, accrescendo il potere delle istituzioni democratiche e allargando il raggio dei diritti. E' il pensiero espresso dal presidente del Senato, Pietro Grasso, al seminario Onu-Pam per i parlamentari della Regione del Maghreb, dal titolo 'Il controllo dell'attuazione delle leggi e sui servizi di sicurezza nella lotta al terrorismo', che si tiene all'aula della commissione Difesa a palazzo Madama.

Davanti alla "forte emozione e smarrimento" causato dal ripetersi di gravi episodi di "barbarie terroristica e fondamentalista" , Grasso invita a "non cadere nelle provocazioni di chi persegue la politica della morte e del terrore, richiamandosi alla vuota retorica dello scontro di civiltà, per innescare ancora altro odio e giustificare compressioni delle libertà individuali".

"Sono proprio i Parlamenti il luogo primario dove queste riflessioni, pacate e serie, devono svilupparsi. Le prospettive da considerare sono diverse e strettamente intrecciate. La minaccia terroristica -ha continuato Grasso - impone un rafforzamento delle capacità degli organi preposti alla sicurezza e degli strumenti giuridici per prevenire e reprimere questi fenomeni. Credo fermamente che questo possa e debba avvenire sempre nel pieno rispetto dei principi generali, dei diritti e dei valori che ispirano le nostre Costituzioni e che sono fissate nel patrimonio condiviso della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale".

"Lo Stato Islamico e gli altri gruppi terroristici - ha detto ancora il presidente del Senato- riempiono vuoti determinati anche dalla debolezza e dalla disunione delle nostre politiche comuni. Lo Stato Islamico, in particolare, ha i caratteri di una creazione a vocazione universale ma anche radicata territorialmente, dotata di forza militare e comunicativa".

"Dobbiamo reagire non solo garantendo la sicurezza territoriale con mezzi militari ma soprattutto favorendo l'emersione e il consolidamento di istituzioni e di luoghi della politica, nel rispetto delle tradizioni locali e senza la pretesa di imporre la nostra concezione della democrazia, che è il portato di lunghi e complessi processi non ancora del tutto maturi.

"Prevenire il terrorismo e le radicalizzazioni richiede anche che si sottraggano all'emarginazione e all'esclusione delle periferie coloro che sono vittime delle più gravi diseguaglianze, nei cui confronti le ideologie del male hanno un'attrattiva perversa. Ricondurre alla cittadinanza attiva chi si trova spinto ai margini della società è una priorità assoluta, come è importante - penso al mio Paese - che si rivedano le regole troppo restrittive sull'attribuzione della cittadinanza e dei diritti politici agli immigrati, particolarmente quelli di seconda generazione, che devono tutti sentirsi parte di una collettività plurale, unitaria e coesa", ha concluso Grasso.

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