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Grecia: Tsipras, creditori siano "realistici"

15 giugno 2015 | 12.01
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Infografica. Giornata in 'rosso' a Piazza Affari: pesa crisi greca

 Yanis Varoufakis e Alexis Tsipras   (Infophoto)
Yanis Varoufakis e Alexis Tsipras (Infophoto)

Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha esortato al "realismo" i creditori internazionali, accusandoli di agire per "convenienza politica" riguardo alle richieste di tagli alle pensioni. "Non abbiamo il diritto di seppellire la democrazia europea nel luogo in cui è nata", ha proseguito il leader di Syriza, in un'intervista al quotidiano greco Efimerida ton Syntakton, dopo che i negoziati di questo fine settimana non hanno portato a un'intesa fra Atene e i suoi creditori con ripercussioni anche sulle Borse.

Tsipras ha sottolineato che il suo governo ha presentato delle controproposte. E ora, ha proseguito, intende aspettare "pazientemente" fino a quando i creditori - la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo monetario internazionale - non diventeranno "realistici".

Anche il ministro della Finanze Yanis Varoufakis è intervenuto sul mancato accordo. "Quanto è accaduto ieri è che la Grecia ha detto qual è il limite da non oltrepassare" - ha spiegato Varoufakis all'emittente radio Sto Kokkino - "vediamo le cose in maniera positiva. Realisticamente questo è un buon giorno, perché le cose sono più chiare".

LA POSIZIONE DELL'UE - Dopo la nuova rottura fra le istituzioni e Atene, una portavoce della Commissione Ue ha dichiarato che le proposte alla Grecia da parte dei creditori sono "sostanziali, bilanciate e sensate". Da parte del governo greco ci sono state "interpretazioni fuorvianti".

La portavoce dell'esecutivo di Bruxelles ha sottolineato che le proposte dei creditori "tengono conto delle esigenze del popolo greco e del suo governo, ma anche di quelle degli altri 18 Stati dell'area euro, tutti quanti Paesi democratici". La portavoce ha ricordato i cinque pilastri della proposta dei creditori: un aggiustamento di bilancio "credibile e realizzabile", misure "importanti" per migliorare il sistema fiscale e combattere l'evasione, uno sforzo per migliorare la stabilità del sistema finanziario, compresa una strategia per affrontare i crediti deteriorati, riforme strutturali per rilanciare la crescita economica e, infine, una modernizzazione del settore pubblico, finalizzata anche a combattere la corruzione.

In particolare sul capitolo pensioni la portavoce ha accusato Atene di un "grave travisamento dei fatti, in particolare nell'attribuire alla Commissione la richiesta di procedere a un taglio delle pensioni individuali" e a "una riduzione degli stipendi". L'esecutivo Ue, invece, "chiede di legare i salari alla produttività e di intervenire sui contratti collettivi". Anche sulle aliquote Iva, altro fronte di scontro fra i negoziatori, le istituzioni chiedono di rendere più efficiente il sistema greco, che è "frammentato". Ma su questo punto, ha aggiunto, "c'è spazio per discutere".

I creditori hanno "già fatto importanti concessioni" alla Grecia sugli obiettivi di bilancio per i prossimi anni, ha detto la portavoce della Commissione Ue per gli Affari economici. L'obiettivo del surplus primario per il 2015 è stato "abbassato in modo sostanziale all'1% del Pil, molto al di sotto del target del programma", ha spiegato. E gli obiettivi da parte dei creditori sono stati abbassati al 2% nel 2016 e al 3,5% nel 2018. Ma Atene ha sempre proposto obiettivi inferiori.

JUNCKER DELUSO - Il presidente della Commissione europea è "deluso che, nonostante i suoi sforzi per una soluzione, i progressi non siano evidenti" e che la distanza fra la Grecia e i suoi creditori sia "significativa", ha detto il portavoce del presidente della Commissione Ue dopo la nuova rottura dei negoziati. Il portavoce ha sottolineato che nei negoziati "la Commissione è mediatrice e non creditrice, come lo sono le altre 18 democrazie dell'area euro".

LO SCENARIO - Cruciale sarà l'incontro dei ministri delle Finanze dell'eurozona, fissato per giovedì, due settimane prima della scadenza per il pagamento delle rate dovute all'Fmi e della conclusione della parte europea del bailout.

Il timore è che le casse del governo greco si trovino presto a secco, se non si troverà un'intesa sulle riforme che Atene dovrebbe avviare in cambio del versamento dell'ultima tranche del bailout, pari a 7,2 miliardi di euro.

Nell'ambito della trattativa con i creditori internazionali, Atene ha modificato la sua posizione sul surplus primario, ovvero la differenza fra entrate e spese, proponendo di fissarlo allo 0,75% del prodotto nazionale lordo quest'anno, rispetto alla prima proposta dello 0.6%. I creditori internazionali chiedono invece l'1%. Vi sono forti divergenze sulle richieste di tagli a stipendi e pensioni, così come su riforme del mercato del lavoro e aumento dell'Iva.

STANDARD POOR'S - Intanto, l'agenzia di rating Standard Poor's fa sapere: "Nessun taglio del rating della Grecia a livello Sd (default selettivo) se Atene non ripagasse alla Bce i bond in scadenza a luglio e agosto per un ammontare totale pari a 6,7 mld di euro". E questo perché, precisa S&P, "i nostri rating sovrani dipendono dalla capacità e volontà di un governo centrale di soddisfare gli obblighi finanziari presso creditori commerciali, non ufficiali, e noi consideriamo la Bce come un creditore ufficiale".

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