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Green pass Italia obbligatorio, cosa succede se tampone Covid scade durante il lavoro

13 novembre 2021 | 08.23
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Un tampone deve essere valido per tutta la durata dell’orario lavorativo? Ecco la risposta

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Green pass obbligatorio in Italia, cosa succede se il tampone Covid scade durante l’orario di lavoro? La Legge per Tutti ricorda a questo proposito la Faq pubblicata sul sito del governo: "Il Green pass rilasciato in seguito all’effettuazione di un tampone deve essere valido per tutta la durata dell’orario lavorativo?". La risposta è: "No. Il Green pass deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso quotidiano alla sede di servizio e può scadere durante l’orario di lavoro, senza la necessità di allontanamento del suo possessore".

Ecco un esempio. "Tizio decide di non fare il vaccino anti-Covid e di andare al lavoro facendo il tampone che dura 48 ore. Ottiene, così, il Green pass un lunedì mattina, gli resta valido fino al mercoledì mattina, quando dovrebbe ripetere il tampone per ottenere di nuovo il certificato del test negativo e poter entrare in azienda - scrive La Legge per Tutti - La copertura del tampone scade alle 9 del mattino, il suo orario di lavoro inizia alle 8.30. Significa che Tizio ha il Green pass valido il mercoledì mattina alle 8.30 e può entrare in ufficio per svolgere normalmente la sua attività. Alle 9, quando scadrà il tampone, non potrà essere mandato a casa ma avrà il diritto di restare al lavoro per tutta la sua giornata, anche se 'scoperto' dal tampone".

E "non importa se, durante il giorno, Tizio esce a prendere un caffè (in piedi, al banco del bar) o a comprare un panino per mangiare al parco: quel giorno potrà entrare e uscire dall’azienda ogni volta che ne avrà bisogno (non c’è una norma che dica il contrario), purché durante l’orario di lavoro e autorizzato dal capo".

Il problema per Tizio, rileva La Legge per Tutti, "si porrebbe solo se quel mercoledì in cui il tampone scade alle 9 dovesse arrivare alle 9.05 perché il treno ha fatto ritardo, perché ha dovuto fare una commissione prima di andare in ufficio (avendo, comunque, avvisato il suo superiore) e ha trovato traffico, per qualsiasi altro motivo. In quel caso, Tizio non potrebbe entrare in azienda prima di aver fatto il nuovo tampone con risultato negativo e di avere riavuto, dunque, il Green pass".

In conclusione, e secondo gli ultimi chiarimenti del governo, "anche qualche secondo di ritardo può fare la differenza. Se il tampone scade anche un solo minuto dopo l’inizio dell’orario di lavoro, il dipendente può restare tutto il giorno in ufficio con il Green pass scaduto. Il giorno dopo, però, dovrà presentarsi con l’esito negativo di un altro tampone, vale a dire, con il Green pass a posto. Se il lavoratore arriva, invece, con un minuto di ritardo, il lettore del Green pass potrebbe non riconoscere più la validità del certificato e costringere il lavoratore a cercare una farmacia in cui fare il nuovo tampone o prendersi le ferie (se gliele danno), per evitare l’assenza ingiustificata, finché non otterrà la certificazione in regola".

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