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Gregoretti, Di Maio: "Salvini sa che bloccarla fu scelta sua"

20 gennaio 2020 | 16.16
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Il ministro degli Esteri: "Passa dal sovranismo al vittimismo, ognuno si prenda le proprie responsabilità"

(Afp)
(Afp)

Il leader della Lega ed ex ministro dell'Interno Matteo Salvini "sa" che quella di bloccare per giorni la nave militare Gregoretti nel luglio scorso nel porto di Augusta fu una "sua" scelta. E ognuno dovrebbe prendersi le proprie "responsabilità". Lo dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, già vicepresidente del Consiglio nel governo Conte uno. Quelle adottate da Matteo Salvini sul caso Gregoretti in questi giorni, afferma Di Maio a Bruxelles, a margine di una riunione del Consiglio, "sono tattiche, niente di più".

"Siccome - continua - non poteva controllare il processo nella giunta per le autorizzazioni, e quindi avrebbe perso, perché sa che è stata una sua scelta di propaganda bloccare quella nave, non è mai stata coordinata dal governo, allora ha deciso di ribaltare" il tavolo "e di dire 'mi faccio processare'".

"Ora, secondo me - aggiunge il ministro - in questo momento il nostro obiettivo deve essere quello di far lavorare il Parlamento per i cittadini italiani. La magistratura si occuperà del caso Gregoretti. Per quanto mi riguarda, da vicepresidente del Consiglio mi sono autodenunciato quando abbiamo deciso di bloccare la Diciotti".

"E' stato anche aperto un fascicolo su di me - dice ancora Di Maio - poi archiviato, perché allora noi mettemmo in piedi quell'iniziativa perché a livello europeo non c'erano ancora meccanismi di redistribuzione sicuri. Quindi chiedemmo prima di attivare i meccanismi di distribuzione e poi di farli sbarcare. Un anno dopo avevamo tutte le garanzie dall'Europa che quando arrivava una nave gli altri Paesi europei prendevano in redistribuzione una buona parte di quei migranti".

"Lui - aggiunge il ministro - decise di bloccare da solo la nave Gregoretti, come ministro dell'Interno. Lo poteva fare per legge, ma adesso non ci venga a dire 'difendetemi, dite che lo sapevate anche voi', anche perché in quel luglio ci parlavamo ben poco, a livello di governo. Era l'ultimo mese del governo Conte uno. Su questo - scandisce - ognuno si prenda le sue responsabilità".

Per Di Maio il leader della Lega "è passato dal sovranismo al vittimismo, la sua nuova linea politica". "Ho visto - continua il ministro degli Esteri - che per quanto riguarda il caso Gregoretti c'è nella politica italiana un grande dibattito scatenato da Matteo Salvini, il quale dice 'andrò a processo, scriverò 'Le mie prigioni'...'. Credo che queste cose facciano un po' sorridere il resto del mondo", sottolinea.

LA MISSIONE SOPHIA - A margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles parla poi della missione Sophia, la cui "riattivazione" per monitorare il rispetto dell'embargo all'export di armi verso la Libia può essere "un punto di partenza", ma la missione va "smontata" e poi "rimontata" in maniera "completamente diversa" dice il titolare della Farnesina.

"Ci interessa - afferma Di Maio - che ci sia una missione di monitoraggio che possa permettere il monitoraggio del cessate il fuoco, che ci possano essere strumenti dell'Ue che possano fare in modo che le armi non entrino in Libia".

"Quali saranno le forme - continua - se ne discuterà nelle prossime settimane. Si parla della riattivazione della missione Sophia. Io ho detto chiaramente che, se il tema è utilizzare il mandato che l'Europa ha avuto dall'Onu per non rifare tutta la procedura su una missione che deve far rispettare l'embargo delle armi, può essere un punto di partenza".

"Ma Sophia - aggiunge il ministro - va smontata e rimontata in maniera completamente diversa. Perché deve essere una missione per non fare entrare le armi in Libia, per il monitoraggio dell'embargo, e null'altro". "Questa - continua Di Maio - deve essere la funzione di una missione che possa fare in modo che le due parti possano avviare in Libia un processo politico che porti alla piena unità e sovranità del Paese".

Alla domanda se Sophia non potrà quindi salvare migranti in mare, obbligo previsto dal diritto internazionale nel caso ci siano vite in pericolo, o se non potrà sbarcare sulle coste italiane i migranti eventualmente salvati, Di Maio risponde che "stiamo parlando di una missione che deve fermare l'ingresso delle armi in Libia. Se poi si vuole parlare di altro - conclude - non è questo l'argomento".

LIBIA - Quanto alla Libia, l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell "si è impegnato a costruire insieme a tutti gli Stati membri una proposta. Lo faremo, ma tenendo presente che è giusto che ci sia questa cautela nell'approcciarsi al tema di una missione di monitoraggio o di peacekeeping" afferma il ministro degli Esteri. "Questo tema è molto importante: dobbiamo lavorare a stretto contatto con i seguiti della conferenza di Berlino. Se abbiamo approvato 55 punti, ora dobbiamo continuare nella direzione di far dialogare le due parti", conclude.

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