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Lavoro: Grieco (Regioni), impegnati con governo per continuità servizi pubblici

02 agosto 2016 | 16.59
LETTURA: 4 minuti

Il passaggio delle funzioni in Emilia Romagna

Cristina Grieco
Cristina Grieco

La prima è stata la Toscana dove dal 1° gennaio 2016 le funzioni fino ad allora svolte dai centri per l’impiego (di competenza provinciale) sono passate alla Regione. L'ultima, in ordine di tempo, l'Emilia Romagna: da ieri infatti i cpi territoriali sono passati alla nuova Agenzia regionale per il lavoro.

A un anno dall'accordo quadro che Regioni e governo hanno firmato sulla gestione transitoria delle politiche attive del lavoro e dei centri per l'impiego (era il 3 agosto 2015) in vista del compimento della riforma costituzionale, a fare il punto della situazione con Labitalia è l'assessore al Lavoro della Regione Toscana, Cristina Grieco, che è anche coordinatore della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni.

"Tutte le regioni a Statuto ordinario hanno firmato un'apposita convenzione con il governo, come ci ha confermato nell'ultimo incontro il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Per ognuna però la data del passaggio di funzioni è diversa. Nell'accordo quadro firmato abbiamo stabilito che il livello centrale si fa carico dei due terzi delle risorse per il personale a tempo indeterminato e dei due terzi delle spese per gli oneri di funzionamento. il resto è a carico delle Regioni", ricorda Grieco.

Rimane in sospeso la questione dei lavoratori dei servizi pubblici per l'impiego a tempo determinato. "Chiaramente siamo in una fase transitoria -spiega Grieco- in attesa di vedere il compimento della riforma, ma la nostra priorità è quella di rinnovare i contratti a questi lavoratori. In molti casi si tratta di persone indispensabili al funzionamento del servizio e che lavorano ai cpi da molti anni. Per loro ci vorrà una previsione normativa, probabilmente in legge di stabilità, per permetterci -sostiene- di rinnovare loro il contratto anche nel 2017, in vista anche di una stabilizzazione".

"Su questo abbiamo registrato un'apertura del ministro Poletti -assicura Grieco- quantomeno nel dare continuità ai contratti in essere dei precari per il 2017". L'assessore sottolinea come "i centri per l'impiego, il personale che ci lavora, stanno certo vivendo un momento d'incertezza, anche perché il decreto 150 del 2015, attuativo del Jobs Act, attribuisce loro nuovi ed impegnativi compiti, mentre anche il personale che va in pensione non viene sostituito".

Proprio per questo Grieco, ci tiene a sottolineare che "in questa situazione governo e Regioni si sono assunti una responsabilità che è quella di far continuare l'attività dei servizi e su questo siamo impegnati insieme".

L'incognita che pesa sulla questione dei servizi pubblici per l'impiego è l'esito del referendum costituzionale, anche se, avverte Grieco, "è un esercizio inutile quello di prevedere scenari estremi". "Non è interesse neanche del livello centrale -osserva l'assessore toscano- escludere totalmente le regioni dalla gestione delle politiche attive per il lavoro. E' giusto che ci siamo livelli essenziali garantiti uguali sia in Veneto che in Calabria, ma poi il modo di gestione potrà essere diverso".

Inoltre, ricorda Grieco, "la riforma costituzionale presentata dal governo nella parte che modifica l'art.116 della Carta prevede forme di 'regionalismo differenziato', ossia di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, per le Regioni con i conti in ordine e virtuose".

Sempre nel rispetto dell'autonomia regionale dovrà muoversi anche l'Anpal, l'agenzia per le politiche attive del lavoro nata con il Jobs Act. "Ha un ruolo importante -afferma Grieco- di coordinamento e di governance, ma non si sostituirà al livello regionale. Sarà piuttosto una sinergia con il livello locale e soprattutto ci auguriamo che provveda a istituire una banca dati del lavoro condivisa che è importantissima". Una cosa è certa, conclude l'assessore: "Poichè probabilmente anche il 2017 sarà un periodo transitorio, bisognerà mettere a disposizione o dell'Anpal o delle Regioni il Fondo per le politiche attive del lavoro".

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