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Grillo, il racconto della ragazza: "Così mi hanno stuprata"

03 maggio 2021 | 09.13
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Nella denuncia della presunta vittima le accuse ai quattro giovani

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Mi toglieva i pantaloncini e le mutande, io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene". Inizia così, secondo il racconto della presunta vittima, l'incubo per S.J., la ragazza italo-norvegese di 19 anni, che ha denunciato Ciro Grillo, figlio del garante del M5S, e altri tre giovani, di stupro di gruppo. Nella denuncia presentata del 26 luglio 2019 presso la stazione dei Carabinieri di Milano Porta Garibaldi, come scrive oggi il quotidiano 'La Verità', la giovane racconta in ogni particolare quanto sarebbe avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa di Grillo, in Costa Smeralda, al termine di una serata al Billionaire. La ragazza è in vacanza con la sorelle minore e trascorre le giornate in un B&B. La sera del 16 luglio decide di andare nel locale con un'amica, lasciando la sorella più piccola in albergo. Lì, con un'amica, incontra i quattro giovani di Genova, tra cui il figlio di Grillo, e iniziano a ballare. "Al momento di tornare al B&B S. e R, non avrebbero trovato un 'taxi disponibile' - si legge nell'articolo - Per questo i quattro ragazzi ci proponevano di fermarci a dormire a casa loro, dove ci recavamo in taxi tutti insieme".

"Abbiamo chiacchierato un po' - si legge ancora nella denuncia - gli altri hanno fumato e bevuto, io non ho bevuto né fumato". "La presunta vittima non ricorda 'la presenza di sostanze stupefacenti'. A quel punto R. si mette a cucinare la pasta e Francesco (Corsiglia ndr) chiede a S. di accompagnarlo in una camera da letto per prendere delle coperte. Qui la ragazza, a suo dire, avrebbe subito le prime pesanti avances: 'Dapprima mi ha baciato in bocca, io l'ho fermato dicendo che non volevo". Da qui altre avances e la pretesa di sesso orale ma la ragazza si sarebbe divincolata e sarebbe tornata dagli altri. Dopo la spaghettata, Vittorio Lauria avrebbe dato alla ragazza "un pantaloncino e una t-shirt per dormire. "Ma una volta a letto - scrive La Verità - per la ragazza sarebbero iniziati i problemi. Nella ricostruzione della italo-norvegese il primo a infilarsi sotto le sue lenzuola sarebbe stato di nuovo Corsiglia". E qui inizia il racconto del presunto stupro. Non solo sul letto ma anche sotto la doccia "MI ha spinto sotto la doccia - racconta la ragazza ai Carabinieri - ha aperto l'acqua e mi ha spinto contro la parete... Gli ho detto per due volte di smetterla, che era n animale e uno stronzo, ma lui ha continuato più forte tirandomi i capelli".

Dopo il presunto stupro, la giovane studentessa avrebbe svegliato la sua amica, che stava dormendo sul divano, per raccontarle di essere stata violentata, ma quest'ultima avrebbe fatto "spallucce", ha raccontato ancora la 19enne nella denuncia presentata il 26 luglio alla stazione di Porta Garibaldi. "Mi sono seduta a terra accanto a lei - mette a verbale la giovane - l'ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo 'mi hanno violentata'. R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce: io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non diceva nulla. Io l'ho presa e l'ho fatta alzare dal divano, le ho detto di vestirsi per andare via". "Ma Vittorio (Lauria ndr) le avrebbe convinte a rimanere - scrive il quotidiano - 'Ci chiedeva di aspettare un po' di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco (unico patentato e presunto violentatore ndr) non poteva guidare e si doveva riposare".

Ma a quel punto l'incubo continua, secondo il racconto della ragazza. Sono intanto le nove del mattino. "Sul tavolo c'è una bottiglia di vodka dall'odore 'strano' e che secondo i ragazzi 'è impossibile da finire'. Vittorio (Lauria ndr) a questo punto si sarebbe alzato e diretto con il liquore verso S.: 'Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l'altra mi forava a berla tutta, Sentivo che mi girava la testa dopo avere bevuto, non ricordo bene". Poi altre violenze, stavolta di gruppo, come racconta S.J. Sono quasi le tre del pomeriggio quando le ragazze prendono un taxi e tornano al B&B. La denuncia è stata poi presentata 9 giorni dopo a Milano.

Dopo la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 non avrebbe più parlato della vicenda con la sua amica R.M. che era con lei quella notte, nella villa al mare di Cito Grillo, figlio del garante del M5S. "Non ho più voluto affrontare l'argomento e lei non mi ha più fatto nessuna domanda", mette a verbale davanti a due carabiniere a Milano. "S. avrebbe confidato la violenza subita - si legge nell'articolo - a un'altra coetanea di Milano, A.M. e a due amiche norvegesi. Due giorni dopo la raggiungono i genitori ma S. trova la storia di raccontare la storia nei dettagli solo dopo una settimana, il 24 luglio, una volta ritornata a Milano. E lo fa con la mamma".

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