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Gruppo Barilla fa meglio della media di mercato in Italia (+2%) e cresce all'estero

22 maggio 2015 | 18.39
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Di "anno estremamente positivo" ha parlato Guido Barilla, presidente del Gruppo Barilla, alla presentazione del bilancio economico 2014 del gruppo. Nonostante le difficoltà congiunturali del nostro Paese, la 'overall performance' è comunque superiore a quelle di tutte le imprese concorrenti, e non solo nel mercato alimentare.

Guido Barilla e Claudio Colzani, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo Barilla
Guido Barilla e Claudio Colzani, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo Barilla

Crescita sul mercato italiano del 2% rispetto al 2013 (che diventa dell'1% al netto dell'effetto cambio), fatturato 2014 a 3.254 milioni di euro, indebitamento prossimo ad annullarsi e un'importante eredità per il Paese: quel 'Protocollo di Milano' che è alla base della 'Carta di Milano', che rappresenta il più importante lascito di Expo 2015 al mondo.

"Il 2014 è stato un anno molto solido per il gruppo Barilla. Siamo soddisfatti. Sia per quanto riguarda il conto economico sia per quanto riguarda i risultati di sostenibilità", è il commento con cui ha esordito il presidente del gruppo Barilla, Guido Barilla, questa mattina, alla presentazione dell'Annual Report 2014 del gruppo.

"Se i Paesi europei in cui siamo storicamente più forti, come Francia, Germania e Paesi del nord Europa, sono stati molto performanti, altri vivono delle difficoltà congiunturali che stentano a superare: penso soprattutto all'Italia", ha detto. Ciononostante, il gruppo Barilla è cresciuto in quasi tutte le categorie: "la 'overall performance' è comunque superiore a quelle di tutti i nostri concorrenti, e non solo nel mercato alimentare".

Basta guardare al decremento generalizzato, di quasi il 9%, cui è andato incontro il mercato alimentare italiano nell'ultimo anno: "Barilla è cresciuta dell'1% in Italia -ha spiegato il presidente del gruppo- per non parlare delle performance in Europa (+5%) e America (+4%), dove pure abbiamo sofferto, a partire dallo scorso luglio, per un aumento del prezzo del grano duro che ci ha dato qualche grattacapo".

"Stiamo imparando -spiega Barilla- cosa vuol dire diventare internazionali, da società regionale a società in grado di interagire con altri mercati. Impariamo ad ascoltare i consumatori degli altri Paesi, per fornire loro un'offerta vicina alle loro abitudini alimentari". Su questi binari corrono, dunque, gli importanti investimenti con cui Barilla ha provato, nell'ultimo anno, a consolidarsi negli Stati Uniti (20 mln), in Russia (15 mln) e in Francia, dove il gruppo ha speso 50 milioni di euro per costruire la più grande boulangerie d'Europa.

Infine, l'impegno di cui Guido Barilla si è detto più orgoglioso: il 'Protocollo di Milano': "E' l'eredità più importante che lasciamo al Paese. E' la colonna portante della Carta di Milano". Redatto dal 'Barilla center for food and nutrition', il documento ha dato un grosso contributo alla formulazione della 'Carta di Milano' che il presidente del Consiglio Matteo Renzi presenterà, alla fine del semestre di Expo 2015, al Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon.

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