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Acqua: Cap lancia il primo Water Safety Plan italiano

02 marzo 2017 | 17.55
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Acqua: Cap lancia il primo Water Safety Plan italiano

L’acqua del rubinetto diventa 2.0. Parte oggi infatti dall’area metropolitana di Milano il primo Water Safety Plan italiano, innovazione che presto si estenderà a tutto il paese e che renderà il liquido che sgorga dagli acquedotti ancora più controllato e sicuro. Sfida epocale quella lanciata da Gruppo CAP, gestore del Servizio Idrico della Città metropolitana di Milano, che punta a trasformare la filiera dell’acqua potabile in un settore high tech, in cui un sofisticato disegno statistico prevede i possibili rischi, mentre sonde e analizzatori controllano in tempo reale i parametri di potabilità. Dati sempre disponibili sulle consolle e sui palmari degli operatori e anche su una app a disposizione di tutti i cittadini (FOTO).

Il progetto è stato presentato questa mattina a Legnano, zona individuata come area pilota, alla presenza della senatore Emilia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha invitato a Palazzo Madama i sindaci dei tre comuni coinvolti, insieme a vertici del Gruppo Cap, a presentare il progetto come esempio di “buona pratica” da esportare in tutt’Italia.

“Abbiamo un sogno – racconta Alessandro Russo presidente di Gruppo Cap che pochi giorni fa è stata insignita del premio Top Utility come migliore azienda di servizi pubblici in Italia – quello di non comparire più tra i primi tre posti della classifica dei Paesi che consumano più acqua in bottiglia. Oggi siamo al terzo posto dopo Messico e Thailandia. Segno che i cittadini non si fidano ancora abbastanza dell’acqua del rubinetto. E per farlo diventare realtà abbiamo scelto di fare una vera e propria rivoluzione dell’acqua potabile facendola entrare da subito nel futuro: un avanzato sistema di controlli che unisce tecnologie, analisi predittive e grandi competenze scientifiche come quelle dell’Istituto Superiore di Sanità, una vera e propria eccellenza del nostro Paese. In questo anno di lavoro insieme abbiamo posto le basi di un progetto che può diventare modello per l’intera filiera idropotabile italiana. Un bel risultato che testimonia come due soggetti interamente pubblici possono essere all’avanguardia in Italia e in Europa”.

Un risultato condiviso dagli amministratori locali rappresentati alla conferenza stampa dai sindaci Alberto Centinaio (Legnano), Teresina Rossetti (Cerro Maggiore) e dall’assessore all’Ambiente Linda Morelli di San Giorgio su Legnano.

“Come Istituto Superiore di Sanità, insieme al Ministero della Salute, crediamo molto in questo strumento che può consentire di prevenire molte emergenze – commenta Luca Lucentini, direttore del Reparto di Igiene delle Acque Interne dell’Istituto Superiore di Sanità -. Quella di Gruppo Cap è una realtà eccellente, che ha lavorato in progressione da anni, e che oggi con il Water Safety Plan garantisce ai cittadini una reale fiducia nella qualità dell’acqua”.

Ma cos’è il Water Safety Plan che parte oggi nel Legnanese? Introdotto dalla normativa europea, e presto obbligatorio nei singoli Stati, il WSP consente di decidere insieme alle autorità sanitarie e alle altre autorità competenti, sulla base di una concreta e puntuale valutazione dei rischi, quali parametri monitorare con più frequenza, o come estendere la lista di sostanze da tenere sotto controllo in caso di preoccupazioni per la salute pubblica. Il tutto anche grazie al coinvolgimento attivo dei Comuni e degli stakeholder. In concreto si tratta di ripensare interamente la natura e le tecnologie utilizzate per i controlli, estendendoli nel numero e nella tipologia e includendo anche il punto finale di erogazione dell’acqua. In particolare, la scelta di Gruppo Cap e dei tre Comuni coinvolti è stata quella di partire dagli edifici scolastici: in tutto 24 punti di erogazione collocati nelle mense delle scuole di Legnano, Cerro Maggiore e San Giorgio che già servono acqua di rete.

Una garanzia in più per i nostri studenti, avere a cuore il nostro futuro significa impegnarsi per tutelare in primo luogo le nuove generazioni. Gruppo CAP, primo in Italia ad adottare il WSP, ha ottenuto dall’Istituto Superiore di Sanità il via libera all’estensione su tutto il territorio del progetto pilota sperimentato sul sistema acquedottistico di Legnano, Cerro Maggiore e San Giorgio su Legnano. Da oggi, la sperimentazione diverrà un modello costante per garantire sempre più e sempre meglio la qualità di ciò che beviamo.

“Se guardiamo alla mappa del mondo ha detto Emilia de Biasi, presidente Commissione Igiene e Sanità del Senato- ci accorgiamo che le zone con maggiori conflitti coincidono con le zone che hanno problemi d’acqua. Significa che l’acqua è divenuta il baricentro di una politica di pace o di guerra. Se fino a ieri il tema della sostenibilità ambientale veniva applicato fondamentalmente all’aria o al cibo, oggi ci si rende conto di quanto chiami in causa anche l’acqua''.

''Ma l’importanza di un Water Safety Plan come quello adottato da CAP sul territorio milanese riguarda anche altri aspetti. A partire dalla prevenzione, che può essere garantita grazie all’approccio dedicato alla gestione del rischio e agli investimenti nel monitoraggio. Un’abitudine, quella al monitoraggio, che purtroppo ancora non abbiamo abbastanza in Italia e su cui il Ministero della Salute sta investendo molto''.

''Ho apprezzato anche i vantaggi derivanti dalla partecipazione attiva dei territori e degli stakeholder a questo nuovo approccio per il sistema di analisi sulla qualità dell’acqua: oggi viviamo ovunque il problema di come garantire la sostenibilità e la qualità della vita, e non è possibile farlo senza un ruolo attivo degli stakeholder, delle comunità locali, in sintesi dei cittadini''.

Infine, sottolinea de Biasi ''lo strumento del Water Safety Plan è flessibile e consente di adattare il modello ai diversi territori: per questo invito i sindaci dei tre Comuni coinvolti in questa fase pilota, insieme ai vertici di Gruppo CAP, in audizione in Senato presso la Commissione Igiene e Sanità per illustrare il vostro progetto. Vorrei inserirlo nelle “buone pratiche” di una indagine conoscitiva che stiamo conducendo sul sistema salute in Italia. Il servizio sanitario nazionale ha consapevolezza di quanto sia strategico garantire la qualità dell’acqua, e abbiamo bisogno di indicare al Paese esempi concreti e replicabili”.

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