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Guerra ed elezioni, parla Tabacci: "Italia farà sua parte per Ucraina, Draghi come De Gasperi"

14 maggio 2022 | 11.07
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Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Fotogramma)
Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Fotogramma)

La guerra in Ucraina e il piano Marshall per ricostruirla "con l'Italia che farà la sua parte", passando per le elezioni in Lombardia, "la disponibilità a dare una mano c'è", la prossima legge elettorale, "auspico sia proporzionale, nell'interesse dei cittadini" e il viaggio in Usa del premier Draghi"come De Gasperi". Bruno Tabacci, 75 anni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il coordinamento economico, fa il punto con l'Adnkronos in un momento cruciale per il Paese, a pochi mesi dall'appuntamento elettorale, sullo sfondo delle tensioni crescenti di una parte della maggioranza di governo legate al conflitto in Ucraina. "Non credo che sulla questione delle armi in Ucraina si rompa il patto di governo - afferma Tabacci - e in ogni caso il problema sarebbe eventualmente di chi dovesse decidere di rompere".

Per Tabacci "la distinzione che viene fatta tra armi di offesa e armi di difesa è una discussione di lana caprina". La pace, sostiene il sottosegretario, "sarà merito dell’eroismo del popolo ucraino" ma "se noi non avessimo aiutato l’Ucraina, avremmo consegnato alla storia un delitto, la sottomissione, se non dispersione o peggio, di un popolo intero". Nel suo recente viaggio negli Usa, osserva Tabacci, il premier Mario Draghi "ha esposto a Biden la necessità per l’Europa che venga compiuto ogni sforzo necessario per arrivare alla pace in Ucraina. Così come occorrerà uno sforzo straordinario per ricostruire il Paese invaso dalla Russia al termine del conflitto. E’ nostro dovere perché l’Italia è parte del consorzio mondiale rappresentato dall’Occidente e il nostro premier sin dal 24 febbraio è sempre stato un sostenitore convinto dell’ingresso dell’Ucraina in Europa. Per questo facciamo e faremo la nostra parte".

L’Italia, fa notare il sottosegretario, "dispone finalmente di una leadership e di una credibilità internazionalmente apprezzate e riconosciute. Occorre essere davvero provinciali per fingere di non vedere questo upgrade del nostro Paese nel consesso mondiale". Il discorso del premier al Congresso americano lo ha convinto: "E' stato alto, forte, coraggioso - ammette -. Soltanto De Gasperi si meritò altrettanto credito negli Usa. Ed anche nei suoi confronti vennero sollevate da parte di una minoranza calunniose maldicenze sul suo rapporto con gli americani. Argomenti farlocchi e pretestuosi su cui ha poco senso anche fermarsi a discutere".

Discussioni hanno riguardato nelle scorse ore anche la Finlandia, decisa a fare parte della Nato "Anche in questo caso - osserva Tabacci - sono incomprensibili e strumentali le critiche che pure si registrano nel nostro Paese da parte di chi non vorrebbe che la Finlandia decidesse autonomamente del proprio futuro. Lo hanno fatto in passato anche le Repubbliche baltiche. Evidentemente non si sente più sicura dopo quanto avvenuto ai confini occidentali della Russia. La riprova che Putin ha commesso un errore politico, oltre che militare enorme invadendo l’Ucraina. Le sue mosse gli si stanno rivoltando contro come un boomerang". Al contrario, fa notare Tabacci, l'ingresso della Finlandia nella Nato "va salutato con favore, perché rappresenta un ulteriore contributo alla sicurezza europea".

Guardando alle elezioni regionali, il nome di Tabacci circola con insistenza come candidato in pectore per la guida della Regione Lombardia, in quota centrosinistra: "Per quanto mi riguarda non ho nulla da chiedere - assicura però Tabacci, già presidente di Regione Lombardia nel periodo 1987-1989 -. Quello di presidente della Regione è un mestiere che ho già fatto peraltro. Da uomo delle istituzioni, rispondendo a una domanda precisa ho semplicemente affermato la mia disponibilità a dare comunque una mano alla mia Regione qualora mi venisse chiesto, come credo debba fare chiunque abbia maturato un po’ di esperienza utile per la propria comunità".

Un’esperienza, prosegue Tabacci, "accresciuta negli anni, avendo avuto l’onore di ricoprire anche l’incarico di assessore al Bilancio nella giunta Pisapia al Comune di Milano e di essere da diverse legislature deputato lombardo". Ma, spiega "non chiedo nulla, mi trovo benissimo nel ruolo in cui sono, onorato di poter lavorare nel governo Draghi, un premier verso il quale nutro profonda stima e con cui sono unito da un’amicizia quarantennale". Quindi aggiunge: "Quello che faccio posso continuare a farlo anche perché presumo che, per le ragioni che ho esposto in precedenza e per molte altre, dell’attuale presidente del Consiglio ci sarà bisogno oltre il 2023. L’Italia vive un momento che può essere di straordinaria crescita o molto pericoloso per il suo futuro: mi auguro che cittadini e forze politiche si dimostrino maturi e consapevoli di fronte ai prossimi passaggi".

A maggior ragione, in vista delle elezioni, Tabacci si augura che la prossima legge elettorale sia "un impianto di tipo proporzionale, per liberare gli elettori dal falso bipolarismo di questi anni e consentire loro di scegliere i propri rappresentanti, anche con le preferenze". Quanto a un campo largo auspicato dal segretario del Pd, Enrico Letta, che metta insieme sinistra, Movimento Cinque Stelle e altre forze come Azione di Carlo Calenda "mi auguro che stia anche in piedi - avverte Tabacci - ma perché questo avvenga c’è bisogno di una grande generosità da parte di tutti e non di un eccesso di personalizzazione".

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