Il messaggio del ministero della Difesa: "Non combattiamo contro le famiglie"
"I soldati della Russia prigionieri" catturati in guerra "verranno restituiti alle loro madri" dall'Ucraina. Il ministero della Difesa ucraino, con un messaggio diffuso sui propri canali social, manifesta la disponibilità a restituire i soldati russi prigionieri alle rispettive famiglie e "a migliaia di sfortunate madri russe" che soffrono per la guerra. Unica condizione: le madri, o altri familiari, devono recarsi in Ucraina e raggiungere Kiev. Il ministero della Difesa illustra i passaggi necessari: bisogna contattare un numero di telefono per conoscere la condizione del parente o inviare una mail. Se la risposta conferma che il militare è prigioniero, bisogna raggiungere Kiev: "Noi ucraini, a differenza dei fascisti di Putin, non combattiamo con le madri e con i loro figli prigionieri".
Mosca intanto ha bloccato il sito '200rf.com' realizzato dal governo di Kiev per permettere ai cittadini russi di scoprire se i loro parenti, amici e conoscenti sono stati uccisi o fatti prigionieri dagli ucraini. Lo segnala lo stesso sito che ha smesso di pubblicare aggiornamenti con foto e documenti dei soldati russi morti e catturati. Il sito - si spiega - "è bloccato nella Federazione Russa sulla base della decisione dell'Ufficio del Procuratore Generale". Tuttavia su Telegram resta operativo un canale - dal titolo 'Cerca il tuo' - che è arricchito in continuazione di foto e soprattutto video di militari russi catturati - che declinano le proprie generalità - o dei loro cadaveri.