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Guinea Equatoriale: si inaugura nuova capitale grazie anche a italiana Piccini

03 agosto 2015 | 17.30
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Guinea Equatoriale: si inaugura nuova capitale grazie anche a italiana Piccini

Per la Guinea Equatoriale è un giorno storico: si inaugura la nuova capitale Oyala, voluta dal presidente della Repubblica Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che si affiancherà come sede di governo ed amministrativa all’attuale Malabo. E’ un giorno storico per il piccolo paese centrafricano, prova ne sia la presenza di molti capi di stato dei paesi limitrofi, ma lo è anche per un’azienda italiana, la Piccini di Perugia.

La scelta di creare una nuova capitale risponde all’esigenza di dare al paese, in fase di pieno sviluppo economico grazie alle enormi risorse petrolifere scoperte all’inizio degli anni 90, un centro amministrativo collocato in una posizione baricentrica e continentale. Malabo per ragioni storiche sorge infatti nell’isola di Bioko e per questo motivo lontano dagli attuali punti nevralgici della paese. Molti osservatori considerano anche questa scelta un modo per il presidente Obiang di presidiare meglio quella parte di territorio continentale considerato ad alto valore strategico.

Oyala, i cui lavori termineranno non prima del 2020, è stata così ubicata nel centro della foresta equatoriale ed è stata immaginata, come molte di queste nuove capitali che dall’inizio del nuovo millennio stanno sorgendo in varie paesi emergenti, in chiave assolutamente moderna. In questo caso non si pensa ad una megalopoli (a regime dovrebbero viverci soltanto 200mila abitanti), ma ad una città ultramoderna destinata ad ospitare la classe dirigente di un paese a scarsa densità demografica ma dal grande potenziale in termini di risorse naturali ed economiche.

Ed è qui che comincia la parte italiana di questo storico evento. La Piccini di Perugia è infatti l’impresa di costruzioni che ha progettato e realizzato il Grand Hotel Djibloho, un enorme complesso residenziale nel cuore di Oyala che comprende un albergo di 450 camere e suites, una sala conferenze per 1200 persone, un campo da golf da 18 buche, 50 ville circondate dalla foresta tropicale e tutte le comodità tipiche dei resort di lusso. Per l’azienda umbra, controllata e presieduta dall’imprenditore di origini eritree Makonnen Asmaron, un vero fiore all’occhiello sia per la qualità dei lavori realizzati, in cui emerge tutta la bellezza del made in Italy, sia per il valore dell’appalto, portato a casa dovendo battere concorrenti agguerriti, come ad esempio i cinesi che in questa parte d’Africa attuano politiche molto aggressive ad esempio facendo lavori in cambio di risorse energetiche.

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