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"Ha creduto in me. Quando per la società ero invisibile". Il racconto di Mvula Sungani, Direttore Artistico di ASI

19 luglio 2021 | 17.35
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Raccontare Raffaella è quasi impossibile, le emozioni non possono essere narrate, vanno vissute. Proverò a spiegare come ha cambiato in meglio la mia vita. E' stata la prima persona che mi ha fatto sentire diverso, ma nell’accezione più positiva del termine. Centocelle, il quartiere di Roma da cui provengo, un luogo molto difficile dove negli Anni '80 regnavano malaffare e violenza, un luogo in cui essere diversi era molto complicato. Ed io, essendo di origine africana da parte di padre so di cosa sto parlando.

Avevo 12 anni ed usci un bando della RAI che cercava 5 ragazzini per il nuovo show di Raffaella Carrà. Inviai (credo che la scrissero e la spedirono mia sorella e mia zia…) la lettera per la mia candidatura, in RAI ne arrivarono diverse migliaia, ma ebbi la fortuna di essere convocato alla prima selezione.

Il giorno dell’audizione ero emozionatissimo, entrai nello studio televisivo, rimasi sorpreso ed intimidito, perché erano presenti moltissimi bambini professionisti in costume di scena, alcuni erano eccezionali, mentre io ero vestito con gli scarponi, un jeans ed un maglione.

Arrivato il mio turno, mi trovai davanti alla Carrà, era seduta su di uno sgabello, al suo fianco c’erano il regista Furio Angiolella, Sergio Japino e Alberto Castagna. Fui me stesso, genuino e forse un po' incosciente, ballai e cantai a modo mio, ricordo le frequenti risate di Raffa durante la mia intervista ed il suo volto sorridente che mi disse “Ok Mvula credo che ci rivedremo… ahahah”, si avvicinò a me Alberto Castagna che mi fece i complimenti e mi disse che secondo lui ero dentro al programma. Feci una seconda audizione e poi una terza dove ci fu comunicato che il gruppo delle cinque stelle era nato e che io ed i miei quattro nuovi compagni, avremmo preso parte ad uno dei più importanti show che la RAI avesse mai prodotto ed esportato negli USA.

Raffaella da subito inizio a curarci nei minimi dettagli, ci spiegava continuamente che per essere grandi artisti l'applicazione era fondamentale, ci faceva studiare spesso le coreografie e le canzoni, la nostra vita era cambiata, la mattina andavamo a scuola e poi il pomeriggio lo passavamo tra sala prove, sala d’incisione e ospitate radiofoniche e televisive.

Lei è stata la mia madrina artistica, colei che ha visto in me ciò che fino a quel momento nessuno aveva visto ed ha avuto il coraggio di puntare su cinque ragazzini talentuosi si, ma comunque alle prime armi, mettendoli sullo stesso palcoscenico di divi assoluti quali Ella Fitzgerald, Ginger Rogers, James Brown, Stewie Wonder, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni e molti altri e portandoli anche ad esibirsi a New York.

Lei è stata un esempio di professionalità, sempre molto presente, affettuosa come una benevola zia e professionale come la più esperta coach, amabile, disponibile, mi ha fatto sempre sentire a mio agio al punto che mi sentivo più a casa nel suo mondo che dove ero nato.

Finita l’esperienza di Buonasera Raffaella, la rividi più volte per incontri di lavoro, nella sede dell’ANTES, che programmava a Via Nemea (dove abitava anche Raffa) il fratello Vincenzo Pelloni, produttore e manager del gruppo Cinque Stelle. Finita l’esperienza delle Cinque Stelle abbiamo tenuto i contatti tramite amici comuni o telefonicamente. Era molto fiera che avessi intrapreso la carriera artistica di danzatore ad alti livelli. L’ultima volta l’ho incontrata a Roma all’Auditorium Parco della Musica in occasione del Premio Alberto Sordi. Fu molto felice di conoscere Emanuela Bianchini, la mia compagna artistica e di vita, ci mettemmo a ricordare allegramente tutti i bei momenti passati insieme, Emanuela fu colpita dal modo affettuoso con cui mi guardava e mi parlava, di quanto dicesse simpaticamente che era merito suo del mio percorso professionale.

Ad un certo punto si avvicinarono dei fotografi e dei giornalisti. Lei, scherzosamente, disse ad alta voce “ Mvula spiegagli tu che l’idea delle Cinque Stelle è la mia e non di Grillo. Dovrò chiedergli i diritti… Ahahahah”… La abbracciai e la baciai con la promessa che ci saremmo rivisti presto, ma come spesso capita nella vita non è accaduto. Certamente, non smetterò mai di esserle grato per aver creduto in me. Quando per la società ero invisibile.

E di avermi insegnato che l’arte è amore, passione e dedizione completa.

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