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Ambiente: svelata l'età del lago più antico d'Europa

29 settembre 2014 | 11.57
LETTURA: 3 minuti

A scoprirlo un team internazionale composto anche da studiosi italiani al lavoro su un vero e proprio scrigno di biodiversità

piattaforma di carotaggio sul lago di Ohrid
piattaforma di carotaggio sul lago di Ohrid

Ha oltre un milione di anni il lago più antico d'Europa, si trova a metà fra l’Albania e la Macedonia ed è uno scrigno di biodiversità unico al mondo. L’età del lago di Ohrid (Ocrida) è stata calcolata da un team internazionale di cui fa parte un gruppo di studiosi italiani.

Il gruppo italiano, guidato da Giovanni Zanchetta, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, è composto da esperti degli Istituti Cnr-Igag (Geologia Ambientale e Geoingegneria) di Roma e Cnr-Igg (Geoscienze e Georisorse) di Pisa, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) di Pisa e di Roma e delle Università di Bari e La Sapienza di Roma.

La ricerca è partita nel 2013 con una campagna di carotaggio profonda in cinque siti del lago. I primi risultati emersi dall’analisi dei sedimenti estratti (in totale oltre 2 km di “carote” ora conservate all’Università di Colonia in Germania) sono stati resi noti in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale "Eos".

“Il nostro obiettivo – spiega Giovanni Zanchetta – era di raggiungere, attraverso dei carotaggi profondi, la base dei sedimenti lacustri e di ricostruire la storia climatica e biologica del luogo. La ricchissima messe di dati emersa ci ha permesso, per la prima volta, di indicare l’età orientativa del lago, oltre un milione di anni, e di avanzare alcune ipotesi preliminari sulla formazione delle faune endemiche del bacino”.

A livello scientifico quello di Ohrid è infatti il lago che possiede il maggior numero di specie endemiche del mondo: ne sono state censite 212 fra animali e vegetali. Una ricchezza che, nel 1979, è valsa al lago la nomina a patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. “Ma i sedimenti carotati – ha aggiunto Giovanni Zanchetta – ci hanno messo a disposizione anche un archivio fondamentale per ricostruire la storia eruttiva dei vulcani italiani, la loro dispersione areale e i potenziali impatti ambientali, dati fondamentali anche in un ottica applicativa, in caso di future eruzioni”.

Lo studio coordinato dal ricercatore dell’Ateneo di Pisa e parzialmente co-finanziato dall’International Continental Drilling Project (Icdp) si inserisce all’interno di Scopsco (“Scientific Collaboration on Past Speciation Conditions in lake Ohrid”) un progetto internazionale quadriennale partito nel 2009.

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