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Haftar "disperato" lancia missili su Tripoli, Serraj lo denuncia all'Aja

17 aprile 2019 | 21.59
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Nessuno ha dubbi su chi sia il responsabile dell'attacco missilistico della scorsa notte" contro un quartiere residenziale di Tripoli, Abu Slim, costato la vita a sei persone, tra cui tre donne appartenenti ad una stessa famiglia. Lo dicono all'Adnkronos fonti libiche, al termine di una giornata segnata dalla gravissima accusa al generale della Cirenaica di aver commesso crimini di guerra, con le prove presentate dal premier del governo di accordo nazionale Fayez Serraj alla Corte penale internazionale, e dalla smentita del portavoce di Haftar, secondo cui a colpire Tripoli sarebbero state "le milizie terroristiche".

L'inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamé ha diffuso una dichiarazione durissima dopo il bombardamento, senza puntare esplicitamente il dito contro nessuna delle forze in campo. "Si aspetta un'analisi" di tutti gli elementi, "ma non ci sono dubbi su chi abbia la responsabilità di questo crimine di guerra, di questo crimine contro l'umanità di inaudita gravità", sottolineano le fonti, che parlano di una ventina di missili Grad caduti sulle case.

"Il bombardamento della scorsa notte dimostra che Haftar è disperato, nonostante annunci la battaglia finale per Tripoli - commenta con l'Adnkronos Ashraf Shah, ex membro del dialogo politico che ha negoziato gli accordi di Skhirat - E' finito, ha fallito politicamente e non ha più il sostegno nemmeno della popolazione della Cirenaica, è un perdente da oltre 40 anni".

Un'opinione, questa, condivisa da fonti a Tripoli, che tuttavia sottolineano come, "nonostante non possa vantare un passato particolarmente glorioso, per prendere Bengasi ci ha messo quattro anni e mezzo e l'ha distrutta, Haftar sta però dal punto di vista geopolitico dal lato giusto della storia: ha al suo fianco Arabia Saudita, Emirati e gli Stati Uniti di Donald Trump", che lo vedono come l'uomo forte della lotta contro il terrorismo.

Una giustificazione insopportabile per la gente di Tripoli e Misurata, convinta già da tempo che lo scopo del generale sia solo quello di creare "una dittatura militare". Ma Salamé "ci ha messo giorni per denunciare quello che si sapeva da tempo - osserva Shah - Haftar non combatte sotto la bandiera della lotta al terrorismo ma per attuare un golpe".

Dichiarazioni dell'inviato dell'Onu a parte, al Palazzo di Vetro resta intanto bloccata, per la solita opposizione di Russia e Francia, la bozza di risoluzione presentata dai britannici che chiede un cessate il fuoco immediato. Tiepidi anche gli Stati Uniti. E sul fronte diplomatico è da registrare oggi l'attesa telefonata tra il presidente americano Donald Trump e il premier Giuseppe Conte, che hanno condiviso, secondo fonti di Palazzo Chigi e della Casa Bianca, la preoccupazione per l’escalation sul terreno e per i rischi di una crisi umanitaria.

Intanto, a Tripoli il ministro degli Esteri del governo di concordia nazionale, Mohamed Taher Siala, ha ricevuto alcuni degli ambasciatori rimasti nella capitale libica, tra cui il rappresentante italiano Giuseppe Buccino - l'ambasciatrice francese Beatrice Le Fraper du Hellen si trova a Tunisi e ancora la scorsa notte è stata citata dai manifestanti scesi in piazza dopo il bombardamento per protestare contro Haftar e la Francia - ai quali ha fornito un aggiornamento "sugli ultimi sviluppi della crisi libica", che smascherano "chi cerca con forza di ricorrere a una soluzione militare e sabotare il percorso politico".

Gli ambasciatori, ha aggiunto il ministro, "sono stati aggiornati sul lavoro per chiedere una riunione del Consiglio per i diritti umani" dal momento che il governo di Tripoli denuncia "crimini contro l'umanità" dopo l'annuncio dell'offensiva "per liberare Tripoli" voluta dal generale Khalifa Haftar.

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