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Francia: gonna troppo lunga, scuola rimanda a casa 15enne musulmana

29 aprile 2015 | 17.21
LETTURA: 3 minuti

Solidarietà su Twitter per la ragazza che il 16 aprile scorso si è vista negare l'ingresso nell'istituto di Charleville-Mezieres per via di una gonna troppo lunga e nera, considerata un segno ostentato di appartenenza religiosa

La scuola secondaria di Charleville-Mezieres
La scuola secondaria di Charleville-Mezieres

#JePorteMaJupeCommeJeVeux ('Porto la gonna come voglio'): Twitter ha reagito con questo hashtag alla storia di Sarah, 15 anni, studentessa di liceo al collegio Léo Lagrange di Charleville-Mézières, che il 16 aprile scorso si è vista negare l'ingresso a scuola per via di una gonna troppo lunga e nera, considerata un segno ostentato di appartenenza religiosa.

Da un anno, ricorda la stampa francese, Sarah indossa il velo, ma lo toglie prima di entrare a scuola, conformemente alla legge. Non immaginava, così ha riferito a "L'Ardennais" di provocare tanto trambusto acquistando per due Euro una lunga gonna nera. "Questa gonna non ha veramente nulla di particolare. Non ci sono simboli religiosi", si è difesa. Il 16 aprile dunque non viene ammessa al collegio. E non torna dopo essersi cambiata perché il padre trova il motivo dell'esclusione "inammissibile". Qualche giorno dopo, la ragazza si presenta in classe con lo stesso abito. E di nuovo non viene fatta entrare.

La giovane contesta la scelta della scuola, che però in un comunicato lascia intendere che la gonna non sarebbe l'unico punto di discordia: il rettorato dell'Accademia sottolinea come il personale chieda agli alunni di adottare una tenuta rispettosa dei principi di laicità prima di entrare nell'edificio. "Quando si tratta di azioni rivendicative e concertate da parte degli alunni, che seguono altri incidenti più visibili legati ad esempio al porto del velo, il quadro laico dell'insegnamento deve essere fermamente rispettato e garantito". Il rettorato precisa infine che nessun allievo viene escluso dai richiami a cambiare tenuta se necessario.

Secondo L'Ardennais, ai genitori della ragazza sarebbe arrivata una lettera in cui si spiegava che la giovane non era stata fatta entrare "perché portava segni che indicavano l'appartenenza religiosa. La legge sulla laicità a scuola vieta i simboli o le tenute attraverso le quali gli alunni manifestano in modo ostentato un'appartenenza religiosa". Nella lettera si invita dunque la figlia a rettificare l'abbigliamento pena l'esclusione definitiva.

Su Twitter sono apparse numerose fotografie di celebrità che indossano quel tipo di "tenuta provocante", tanto per sottolinearne la banalità. E Nicolas Cadène, relatore generale dell'Osservatorio della laicità citato da Le Figaro ricorda che la legge del 15 marzo 2004 vieta di portare segni o tenute attraverso i quali gli allievi manifestino in modo ostentato un'appartenenza religiosa, tipo velo, kippa, turbante sikh o una croce molto visibile. Non vieta accessori o tenute che possano essere indossati dagli allievi lontano da ogni significato religioso". Dopo aver esortato al dialogo, Cadène invita ad osservare più il comportamnent degli allievi che l'aspetto immediatamente più visibile.

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