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La storia

"Ho partorito un mostro", lo sfogo della mamma di una sposa del Jihad

27 novembre 2015 | 14.28
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Ha tentato in tutti i modi di fermarla, arrivando addirittura a legarla a un termosifone per impedirle di fuggire in un momento di disperazione. Ma non è servito a nulla. Ora Shakhla Bochkaryova - madre della ventenne universitaria Fatima Dzharfarova, scappata dalla Russia in Siria nell'aprile 2014 per diventare la quarta moglie di un combattente integralista islamico - confessa in una lunga intervista alla tv russa SITV tutto il dolore e la frustrazione di essere suo malgrado la mamma di una 'sposa del Jihad'.

Le dure parole di Shakhla arrivano in seguito agli insulti ricevuti per alcuni post pubblicati su Facebook dalla ragazza all'indomani degli attacchi di Parigi e dopo l'abbattimento di un jet turistico russo in volo sul Sinai: la ventenne, infatti, aveva elogiato e rivolto una preghiera ai terroristi in azione nella capitale francese, oltre a gioire per l'aereo colpito, attirando le ire dei commentatori social, che le hanno rivolto insulti e minacce di morte.

"E' meglio morire che essere madre di un terrorista - ha detto piangendo in diretta tv la signora Bochkaryova -. Ti rendi conto a quale mostro hai dato la vita. E' difficile per ogni madre. E di sicuro nessuna mamma ammetterà che suo figlio è un mostro. Ma a voler essere onesti, sì, questi mostri noi li abbiamo partoriti".

Un dolore immenso per la signora, 41 anni e musulmana non praticante, contattata prima della fuga della figlia dall'allora aspirante pretendente jihadista, già padre di nove bambini avuti dalle tre mogli: "Mi ha detto di amare Fatima e che lei lo amava. Una delle sue mogli era incinta mentre chiedeva la mano di mia figlia".

A nulla era servito il categorico rifiuto, se non a scaldare l'animo di Fatima, convinta a partire. "Mi ha detto: 'I nostri fratelli verranno e uccideranno quelli come te, gli infedeli. Vi taglieranno la testa con un coltello. E il mio cuore non ne risentirà'".

"L'ho guardata - ha continuato Bochkaryova - e non riuscivo più a vedere la mia bambina. Era semplicemente un involucro di mia figlia, senz'anima, senza cervello, senza cuore".

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