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Comunicato stampa

Hong Kong, 25 anni di prosperità e uno sguardo verso il futuro

22 giugno 2022 | 17.22
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22 giugno 2022 - Stabilità, prosperità e opportunità. Questi i valori fondamentali intorno a cui la regione amministrativa speciale di Hong Kong festeggia il 1° luglio il 25esimo anniversario dal ricongiungimento con la madrepatria cinese e con il suo popolo, inaugurando una nuova era di possibilità. Un evento storico, dunque, che ha concesso alla regione spazio per crescere, maturare e prosperare, fino a diventare un importante centro finanziario internazionale e multiculturale.

È il caso della strategia “un Paese, due sistemi”, che ha permesso a Hong Kong di accrescere e mantenere il suo ruolo di metropoli internazionale, pur mantenendo la propria autonomia. “La giusta governance è un fattore importante nel fornire un luogo sicuro in cui vivere e lavorare e nel promuovere lo sviluppo socioeconomico della comunità. – afferma George Pippas, Ex sindaco di Cambridge e Membro onorario dell'Università di Cambridge, ¬– Dal ritorno alla madrepatria cinese il 1° luglio del 1997, il governo locale di Hong Kong si è impegnato a mantenere la prosperità e la pace nella regione sotto il principio di “un Paese, due sistemi”, sostenendo l’ordine stabilito dalla Costituzione e dalla Basic Law, che è la pietra angolare della società e rappresenta le fondamenta di ogni speranza futura”.

Ne ha avuto prova diretta Piet Steel, ultimo Console Generale del Belgio ad Hong Kong sotto il dominio britannico, che dal 1993 al 1997 è stato un testimone privilegiato degli sforzi che hanno portato al ricongiungimento con la madrepatria. “Credo fermamente che il destino e il futuro di Hong Kong sia intimamente connesso a quello della madrepatria, di cui rappresenta una parte inalienabile. Questo anniversario rappresenta una pietra miliare della loro storia comune, che in 25 anni ha portato a numerosi risultati importanti. – ci ha riferito l’ex Console – La politica di autonomia che è stata concepita dal leader Deng Xiaoping e concordata con il potere coloniale britannico ha dimostrato di essere efficace e lungimirante, tanto da rendere Hong Kong una tra le città più diversificate e innovative al Mondo e una naturale via d’accesso da e verso la madrepatria, il Resto dell’Asia e oltre.”

Un successo ben rappresentato anche dai dati riportati da Tony Caplin, ex direttore operativo del Partito Conservatore del Regno Unito, che rivelano che, secondo la Banca Mondiale, dal 1997 al 2020 il tasso medio di crescita dell’economia di Hong Kong abbia raggiunto il 3,2%, rispetto a un tasso d’inflazione medio annuo del solo 1,5%. “Si tratta di un’economia ad alto reddito, con un pro capite di più di 45 mila dollari. Inoltre, Hong Kong in questi ultimi anni è stato in cima all’Economic Freedom Index di molti autorevoli think tank come il Fraser Institute e l’Heritage Foundation”, ha dichiarato Caplin. “La policy “un Paese due sistemi”, inoltre, ha consentito alla regione autonoma di sviluppare un centro finanziario moderno e internazionale e, – ha aggiunto – attraverso anche le riforme delle regole di quotazione in Borsa del 2018, di attrarre moltissime aziende specialmente imprese hightech, diventando un hub di grande rilevanza a livello internazionale”.

Guardando al futuro, tuttavia, secondo Erik Solheim, ex Direttore Esecutivo dell’UNEP- United Nations Enviroment Programme, Hong Kong potrebbe avere un ruolo ancora più determinante di quello economico, diventando un mediatore tra culture diverse e tra l’Oriente e l’Occidente e un ponte verso un futuro sostenibile. “Hong Kong, che rappresenta il centro propulsore della quarta rivoluzione industriale e che è alla guida la trasformazione digitale del Mondo, occupa un ruolo decisivo anche nell’innovazione green. Mira a diventare un polo finanziario rivolto alla sostenibilità e alla promozione una strategia win-win; che possa creare non solo energia rinnovabile, ma anche posti di lavoro e prosperità.”

Una tendenza individuata anche da Daniela Caruso, docente di Studi sulla Cina presso l’Università Internazionale per la Pace di Roma: “Credo che il futuro di Hong Kong sarà comune a quello della sua madrepatria, la Cina, che, nei suoi Piani Quinquennali guarda già al 2035. È stato infatti messo in campo un interessante progetto, l’Honk Kong 30 plus, con obbiettivi di sviluppo che, entro il 2030, potrebbero rendere la regione un centro d’avanguardia soprattutto per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. Già 3° polo finanziario internazionale del Mondo, dopo Londra e New York, e 5° porto per movimentazione di merci, secondo i ranking internazionali, Hong Kong mira infatti ad assecondare un’accelerazione proprio su questi temi e a generare uno sviluppo sempre maggiore per il futuro”.

Nel corso degli anni, Hong Kong ha affrontato ogni tipo di sfida, eppure la città è sopravvissuta grazie allo spirito di perseveranza della popolazione, riuscendo ad emergere come una realtà cosmopolita sempre più innovativa e inclusiva. Oggi è pronta ad inaugurare una nuova era di opportunità, che permetterà alla regione di crescere e di rinnovarsi sempre, anche nel segno della mediazione tra Oriente e Occidente.

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