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Hong Kong ritira legge su estradizione ma protesta prosegue

04 settembre 2019 | 12.30
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Per gli organizzatori delle manifestazioni la semplice rinuncia al provvedimento non sarà sufficiente perché nel corso dei mesi le richieste degli studenti sono aumentate

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha ritirato formalmente la proposta di legge sull'estradizione in Cina, tra le principale cause delle proteste che stanno scuotendo l'ex colonia britannica. A giugno la Lam aveva annunciato la sospensione della legge, ma il provvedimento non era stato sufficiente per fermare le manifestazioni.

E anche questa volta la protesta non si fermerà, annunciano gli organizzatori delle manifestazioni. Per Bonnie Leung, del Fronte dei diritti umani e civili, la semplice rinuncia alla legge non sarà sufficiente perché nel corso dei mesi le richieste degli studenti sono andate aumentando.
"E' lo slogan che è risuonato nelle strade, come il 18 agosto quando 1,7 milioni di persone hanno scandito. 'Cinque richieste non meno'", ha dichiarato, ricordando che la folla vuole le dimissioni del capo dell'esecutivo, la creazione di una commissione indipendente che indaghi sulle violenze politiche, la cancellazione dell'accusa di sommossa per i manifestanti arrestati, riforme politiche ed elezioni democratiche.

"Senza un'indagine indipendente, la nostra società semplicemente non potrà andare avanti perché ciò che vediamo ora è la polizia che pesta indiscriminatamente le persone ogni giorno. Fanno uso eccessivo della forza, si servono di armi letali contro i manifestanti tutti i giorni".

Secondo quanto rivela la 'Bild, i leader della protesta di Hong Kong hanno chiesto aiuto e un incontro alla cancelliera tedesca Angela Merkel alla vigilia della partenza di quest'ultima per la Cina. Il quotidiano cita una lettera aperta dell'ex leader studentesco Joshua Wong al capo dell'esecutivo tedesco che allerta sul rischio di una escalation delle violenze.

"Ci troviamo di fronte ad un potere dittatoriale che non consente l'esercizio delle libertà individuali e ricorre a misure sempre più violente che vanno nella direzione di un nuovo massacro come quello compiuto in Piazza Tienanmen", scrive. Nella lettera, i leader studenteschi si rivolgono a Merkel, che - per via del suo passato nella Repubblica democratica tedesca - ha un'esperienza di prima mano dei regimi dittatoriali e può pertanto comprendere la posizione di manifestanti, argomentano, e chiedono al capo del governo tedesco di affrontare il tema della situazione a Hong Kong nel corso del suo viaggio in Cina, una visita di tre giorni in programma a partire dal 5 settembre.

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