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Huawei, inaugura a Roma il Cyber Security Transparency Centre

23 marzo 2021 | 18.21
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E' il quarto attivato dal colosso cinese, è già operativo. De Vecchis :"La sicurezza dei dati sensibili è parte integrante de nostri impegni"

Huawei, inaugura a Roma il Cyber Security Transparency Centre

Accelera la spinta sulla sicurezza dei dati digitali fra i grandi player anche stranieri che operano in Italia. Huawei Italia ha inaugurato oggi a Roma il suo Cyber Security Transparency Centre, il quarto del colosso informatico cinese dopo quelli già operativi a Banbury (Regno Unito), Bonn, Dubai, Toronto, Dongguan e Bruxelles. Il Centro, annunciato ufficialmente lo scorso settembre, è già disponibile e operativo presso la sede Huawei di Roma, in un'area dedicata protetta dalle più sofisticate misure di sicurezza. Nel corso della presentazione del Centro - cui hanno partecipato John Suffolk, Huawei Global Cyber Security and Privacy Officer, e Luigi De Vecchis, Presidente Huawei Italia - Huawei ha spiegatoche il Centro fornisce ad agenzie governative, tecnici esperti, associazioni di settore ed enti di standardizzazione, una piattaforma per comunicazioni di sicurezza, collaborazione e innovazione sugli standard di sicurezza e i meccanismi di verifica, consentendo ai nostri clienti di eseguire verifiche di sicurezza e testare le apparecchiature Huawei. Ed a discutere e confrontarsi sui temi della cybersecurity sono intervenuti nel corso dell'evento online, anche rappresentanti degli operatori di telecomunicazioni, delle autorità di regolamentazione e del mondo accademico. Ad aprire i lavori è stato Massimo Bugani, Capostaff della Sindaca di Roma, Virginia Raggi con delega all’Innovazione.

Il nuovo Centro "integra la strategia di Huawei che orgogliosamente è l'unica azienda al mondo ad aprire il suo intero portafoglio di brevetti attraverso il codice sorgente" e la nuova struttura "fa parte dell'investimento globale di Huawei nella sicurezza informatica che risulta essere il più alto del settore, ammontando al 5% degli investimenti in ricerca e sviluppo dell’azienda, con una media di 750 milioni di dollari all'anno" è stato sottolineato da Huawei che ha sottolineato inoltre che il 2% degli ingegneri di Huawei, che conta oltre 190.000 dipendenti, è specializzato in cyber security, a fronte dell'1% della media del settore.

Intervendo al webinar, John Suffolk, Huawei Global Cyber Security and Privacy Officer, ha sottolineato di avere sperato "in una serie di leggi nazionali per alzare il livello di fiducia nella tecnologia che - ha osservato - migliora la vita dei cittadini ed é quello che noi dobbiamo mettere alla base". "Noi abbiamo standard molto più alti ma, invece di avere una armonizzazione degli standard" fra i vari Paesi ed i vari player, "ognuno vuole fare a modo proprio" e "così abbiamo una frammentazione degli standard. Abbiamo più certificazioni ma non per questo migliori: é un problema Est-Ovest del mondo" ha sottolineato Suffolk. Il manager di Huawei ha inoltre confermato che il 5G coprirà metà della Cina nei prossimi cinque anni" ed ha rimarcato come Huawei voglia sempre "collaborare con i propri utenti-clienmti" anche adattando gli standard dell'azienda "alle richieste dei Paesi in cui lavoriamo". "Noi siamo tra i pochi al mondo che facciamo questo, le leggi sono ancora legate ad un mondo analogico e off line e c'è un grande dibattito legato a grandi piattaforme come Amazon, Goolge o Facebook, qualcuno è andato avanti ma -a causa della frammentazione degli standard- abbiamo maggiore 'sfiducia' e non più fiducia nella tecnologia" ha evidenziato Suffolk.

Anche Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, ha evidenziato che "la sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni di Huawei". "Gli investimenti dedicati ne sono la testimonianza più evidente" ha scandito il numero uno di Huawei in Italia. De Vecchis ha rimarcato inoltre che "la digitalizzazione dell’economia e le tecnologie che la favoriscono quali Ai, il largo impiego di IoT, Cloud, Realtà Virtuale e non da ultimo l’Edge Computing, rappresentano da una parte una grossa opportunità per la crescita dell’economia e dall’altra espongono ad alto rischio le infrastrutture sensibili del Paese".

"In queste situazioni -ha osservato il presidente di Huawei Italia- non si può parlare di sicurezza senza un sano approccio basato sul rigore scientifico, fornendo evidenze e prove concrete, e non su speculazioni infondate". Il problema va affrontato secondo De Vecchis, "congiuntamente, operatori, vendor e istituzioni; non si possono trascurare fatti come l’impegno della Gsma con 3gpp e Nesas sulla sicurezza delle reti e sui test effettuati ai fornitori di tecnologia delle telecomunicazioni". "Il nostro Cyber Security Transparency Centre fa parte della strategia che seguiamo da molti anni e oggi, con l’inaugurazione di questo Centro, puntiamo a fornire un ambiente costruttivo dove dimostrare la nostra apertura, spirito di collaborazione e trasparenza, contribuendo a costruire un'Italia digitale e sicura insieme ai nostri clienti e partner" ha assicurato infine De Vecchis.

Commentando con l'Adnkronos l'apertura del nuovo centro di Huawei, Giuseppe Bianchi, docente di Sicurezza delle Reti all'Università di Roma Tor Vergata, ha sottolineato che "sicuramente è una iniziativa importante e sono assolutamente a favore di tutte le iniziative che portino alla massima apertura, ma, a mio parere, questo è solo un inizio" e "Huawei dovrebbe allargare l'apertura in maniera più spinta verso centri accademici no profit". "I gruppi accademici terzi potrebbero dare una grossa mano sia sul piano della sicurezza sia per colmare l'impressionante skill gap che registriamo in Italia nel settore della cybersecurity" ha argomentato Bianchi ricordando i dati "dello studio condotto dall'italiano Tommaso De-Zan dell'Università di Oxford da cui emerge che l'80% delle aziende medio piccole nazionali non riesce a trovare candidati".

Il Cyber Security Transparency Centre di Roma si concentra su due aree principali: la Condivisione delle conoscenze e la Verifica e test. Sul primo punto, Huawei ha spiegato che il Centro illustra le pratiche di sicurezza informatica end-to-end di Huawei per la sicurezza e la privacy; dalle strategie e la catena di fornitura alla ricerca e sviluppo, ai prodotti e le soluzioni. Darà ai clienti l'opportunità di sperimentare le tendenze in materia di innovazione, i casi d'uso delle tecnologie emergenti (settori verticali 5G, informatica quantistica, AI, IoT) e le relative sfide di cyber security. Il Centro di Roma, ha spiegato ancora Huawei, offre l’opportunità di collaborare a un modello a livello di settore basato sui principi di affidabilità e difesa scrupolosa, per sviluppare programmi di sicurezza informatica al fine di prevenire, rilevare e reagire in modo proattivo alle minacce. Il nuovo Centro fornisce inoltre una struttura per svolgere workshop, corsi di formazione ed eventi in collaborazione con la comunità e il settore italiano della sicurezza informatica.

Riguardo la verifica ed i test, Huawei ha assicurato che il Centro è aperto a clienti e enti di certificazione di terze parti indipendenti. Saranno invitati a eseguire test e verifiche di sicurezza "equi, oggettivi e indipendenti, secondo gli standard e le migliori pratiche di sicurezza informatica riconosciute dal settore" ha detto il colosso cinese dell'Ict. La nuova struttura di Roma, infine, dotata di ambienti per eseguire test dedicati, che forniscono prodotti Huawei, software, documentazione tecnica, strumenti di test e il supporto tecnico necessario. Per i clienti Huawei, ha chiarito l'azienda basata a Shenzhen, "sarà possibile eseguire ulteriori verifiche come la revisione del codice sorgente e il controllo del design hardware".

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