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Huawei P20 Pro, con tre fotocamere Leica tutti 'professionisti'

29 marzo 2018 | 12.36
LETTURA: 7 minuti

Huawei P20 Pro, con tre fotocamere Leica tutti 'professionisti'

Da quando lo smartphone per buona parte delle persone ha preso il posto della macchina fotografica, su questo versante è iniziata una rincorsa alla novità tra i vari marchi. Ed ecco arrivare le fotocamere doppie, quelle con più megapixel, con il grandangolo, posizionate in orizzontale, in verticale e chi più ne ha più ne metta. Sfruttando la partnership con lo storico marchio Leica, il brand cinese Huawei ha spostato l'asticella un po' più in su con il suo nuovo P20 Pro, il top di gamma della nuova serie P20 presentata al Grand Palais di Parigi. Un device ambizioso che unisce tutto quello che oggi è al centro del mondo tecnologico: internet delle cose, processori potentissimi, intelligenza artificiale, sensori delle fotocamere sempre più performanti. Con un risultato: "Oggi viene data la possibilità di fare tantissimi scatti per i quali il telefono non pretende che tu sia un fotografo", spiega all'Adnkronos Pier Giorgio Furcas, deputy general manager di Huawei CBG Italia.

Forse proprio questa potenza di calcolo dedicata alle fotografie fa ben sperare Huawei sul fronte delle quote di mercato: "Il nostro oggi è un prodotto eccezionale. Al momento in Italia abbiamo dimostrato di raggiungere quote importanti. In termini di quantità parliamo di un consolidato nel 2017 a oltre 26%. In fascia alta abbiamo consolidato un 9% nella fascia sopra i 600 euro, e abbiamo raggiunto punte del 13%. Con il P20 pensiamo di raggiungere una posizione di tutto rispetto che si potrebbe aggirare tra il 23% e il 25%. E' il nostro obiettivo entro il 2018. Fino all’altro ieri c'erano due player, oggi ci siamo anche noi", dice Furcas.

Forte dei quasi 11 miliardi di dollari investiti nel 2017 in ricerca e sviluppo, Huawei ha quindi potuto lanciare il nuovo P20 Pro a pochi mesi dal lancio del suo Mate 10 Pro, il primo smartphone con un processore dedicato all'intelligenza artificiale - il Kirin 970 - e definito dallo stesso Furcas "un precursore in questo campo di tutti i nostri device".

Tornando al P20 Pro, ricorda ancora, "l'intelligenza artificiale non è tangibile, non è fisica, è la risultante del processore e delle caratteristiche tecniche del telefono. In virtù di queste due viene fuori la capacità di riconoscere un gatto, un cane, il tramonto. Con l’incremento delle caratteristiche tecniche del nostro prodotto, come la terza camera, lo smartphone è in grado di settare le impostazioni nelle condizioni migliori per fare una fotografica. Questa è oggi l’intelligenza artificiale applicata al telefono". Una cosa già vista con il Mate 10 Pro, presentato a dicembre, ma che ora viene fatta ancora meglio, con più qualità, rapidità e numero di scene riconoscibili, che arrivano a 500 in 19 categorie. Ma è chiaro, aggiunge il top manager, "che l'intelligenza artificiale non è solo fotografia".

"Stiamo preparando tutta una serie di collaborazioni con Google e con Amazon che ci daranno la possibilità di fare un salto in avanti nell’IoT. Noi, con queste tecnologie, abbiamo offerto una frontiera nuova. Ora speriamo che vengano fuori una serie di applicazioni. A oggi abbiamo segnali importanti, a partire da Google Home che ci ha fatto vedere veramente cosa è l’Iot". Mentre assieme ad Amazon, è stato mostrato sul palco del Grand Palais da Richard Yu, ceo di Huawei Consumer Business Group, la potenza del P20 Pro è stata integrata con l'ecommerce: la fotocamera riconosce l'oggetto inquadrato e rimanda all'app per le offerte e l'eventuale acquisto.

"Questa è l'integrazione di un nostro device con internet delle cose. C'è poi la mobilità dell’IoT: l'esperienza non inizia e finisce all’interno della casa, ma è anche in movimento. Quando sono in casa uso lo scatolotto (Google Home, ndr), che però non posso portare fuori con me e allora ecco che lo smartphone gioca un suo ruolo", aggiunge ancora Furcas

Ai due nuovi smartphone della nuova gamma P20 di Huawei presentata a Parigi, si aggiunge un terzo modello, il Porsche Design Huawei Mate Rs realizzato in collaborazione con il noto marchio automobilistico tedesco. Il P20 'liscio' è dotato di doppia fotocamera Leica, con un sensore da 12 megapixel e uno monocromatico da 20 megapixel. Il P20 Pro ha tre fotocamere: un sensore Rgb da 40 megapixel, un sensore monocromatico da 20 megapixel e un sensore da 8 megapixel con teleobiettivo. Il tutto associato a un sensore per la temperatura del colore per una migliore riproduzione dei colori.

Entrambi gli smartphone hanno una stabilizzazione a sei assi e una funzione super-slow motion a 960fps. Inoltre, con la modalità Ultra Snapshot può scattare in meno di 0.3 secondi con un doppio clic sul bottone del volume anche da uno schermo spento. C'è poi la nuova messa a fuoco predittiva in 4D che, una volta attivata, è in grado di prevedere il movimento degli oggetti e di metterli a fuoco in modo più preciso. In entrambi i modelli, la fotocamera anteriore è affidata a un sensore da 24 megapixel con filtro bellezza tramite AI e illuminazione 3D per i ritratti.

Anche il Porsche Design Huawei Mate Rs è dotato di tre fotocamere, nella configurazione già utilizzata sul P20 Pro. Tra le caratteristiche che rendono unico il telefono, invece, la presenza di micro capsule Pcm, una tecnologia di raffreddamento aerospaziale che consente allo smartphone di mantenere una temperatura adeguata. Lo schermo è curvo da 6'' e al classico colore nero è stato affiancato la versione rossa. Sul fronte della batteria, infine, il P20 è dotato di una da 3400 mAh, mentre gli altri due modelli da 4000 mAh, nonostante lo spessore dei device sia rimasto estremamente ridotto.

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