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Clima: i 10 maggiori pericoli in Ue, ondate di calore le più letali

19 ottobre 2017 | 10.53
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(Fotolia)
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I 10 pericoli naturali di maggior rilievo in Europa? Sono: ondate di calore, piogge torrenziali, straripamento di corsi d’acqua, tempeste di vento, frane, siccità, incendi boschivi, valanghe, grandinate e mareggiate. Le ondate di calore sono i fenomeni più letali; anche alluvioni, frane e incendi boschivi causano decessi, ma in numero inferiore rispetto alle ondate di calore. Questi eventi, stando alle proiezioni sulle evoluzioni del clima, sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni, per frequenza e gravità, in tutta Europa.

E possono essere aggravati da altri fattori, quali impermeabilizzazione del suolo, edificazione in aree a rischio, invecchiamento della popolazione o degrado degli ecosistemi. Tra il 1980 e il 2016, le perdite economiche complessive documentate generate da eventi atmosferici e climatici estremi nei 33 Stati membri dell’Aea hanno superato i 450 miliardi di euro. La quota maggiore delle ripercussioni economiche è stata causata da inondazioni (circa il 40%), seguite dalle tempeste (25%), siccità (circa il 10%) e ondate di calore (circa il 5%).

Lo rileva relazione dell’Agenzia Europea dell'Ambiente "Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe — enhancing coherence of the knowledge base, policies and practices" ("Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio di catastrofi in Europa — rafforzare la coerenza della base di conoscenze, delle politiche e delle prassi").

La relazione, oltre a valutare le pratiche attuali e lo stato delle conoscenze tecniche, illustra gli strumenti innovativi che le autorità nazionali, regionali e locali stanno mettendo in campo per affrontare gli impatti dei rischi legati agli eventi estremi atmosferici e climatici.

La riduzione degli impatti di eventi atmosferici e climatici pericolosi e, di pari passo, l’adattamento ai cambiamenti climatici sono ormai priorità assolute dell’Unione europea. La relazione dell'Aea presenta nuovi modelli di governance del fenomeno, che comprendono politiche di pianificazione del territorio e di prevenzione del rischio, nonché misure tecniche come la costruzione di argini, modelli assicurativi e finanziamenti a lungo termine, nonché soluzioni di tipo naturalistico.

Se realizzati in modo efficace,sottolinea l'Aea, questi progetti possono essere molto efficaci, convenienti sotto il profilo dei costi e fonte di molteplici benefici. I progetti possono includere, ad esempio, la realizzazione di spazi di espansione per ridurre gli straripamenti dei fiumi, progetti agroforestali per ridurre l’erosione dei suoli, realizzazione di parchi e corpi idrici che rinfreschino le città in estate e raccolgano le acque di deflusso in occasione di intense piogge.

Per la relazione, la cooperazione è l'elemento cruciale per il successo delle iniziative. Nei Paesi Bassi, per esempio, il governo nazionale, i servizi idrici, le province e i comuni lavorano in stretto collegamento nell’ambito del programma Delta per adeguare la gestione delle acque ai cambiamenti climatici. Anche le imprese di assicurazione possono contribuire a rafforzare la resilienza, come mostrato da esempi forniti da Spagna, Francia e Regno Unito, creando incentivi per la prevenzione dei rischi e contribuendo a sensibilizzare i cittadini in merito ai rischi climatici.

Anche le reti tra città, a livello globale ed europeo, sono importanti in quanto contribuiscono al rafforzamento delle capacità di azione sia sul fronte della riduzione dei rischi di catastrofi sia su quello dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Per rafforzare ulteriormente la resilienza, è utile integrare meglio le strategie e piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici con quelle di riduzione del rischio di catastrofi. Un maggior numero di paesi potrebbe effettuare e aggiornare valutazioni nazionali approfondite dei rischi e della vulnerabilità ai cambiamenti climatici.

I servizi climatici che forniscono dati e proiezioni in merito al clima (come Copernicus) possono essere allineati meglio con le conoscenze relative alla prevenzione del rischio di catastrofi. È inoltre importante acquisire più dati in merito ai costi economici dei rischi naturali. Anche le piattaforme web nazionali di dati e le piattaforme di coordinamento tra soggetti interessati possono contribuire a rafforzare la comunicazione e la condivisione di informazioni.

Il monitoraggio, la rendicontazione e la valutazione delle politiche e delle azioni sono in aumento, ma si può fare di più anche in questo campo per rafforzare lo scambio e l’apprendimento tra i due settori di intervento. Sebbene siano già disponibili finanziamenti dell’Unione per gli interventi, si possono rendere di più facile accesso e utilizzo, ad esempio per soluzioni di tipo naturalistico.

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