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I dubbi dei tassisti

22 dicembre 2018 | 21.31
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Lo stralcio della norma sugli Ncc, contenuta nel maxiemendamento al ddl bilancio, non basterà alle categorie di tassisti per fermare le proteste. "Il testo dell'articolo è stato modificato tre volte, non ci fidiamo più del governo", spiega all'Adnkronos Emilio Boccalini, presidente di TaxiBlu e appTaxi che ricostruisce le ultime giornate di trattative per arrivare alla norma. "La cosa paradossale è che per una volta avevano in mano le due categorie, tassisti e Ncc, e hanno fatto saltare tutto".

Stanotte, poi, a quanto si apprende da Fonti di Palazzo Chigi, al consiglio dei ministri sulla seconda nota di variazione al bilancio ci sarà anche il decreto in materia Ncc per affrontare la crisi del settore. Stanno tutti attendendo notizie ufficiali dal Senato per "poi decidere cosa fare". "Il servizio al momento su Roma" dice all'Adnkronos Alessandro Genovese, leader di Ugl Taxi. "In ogni caso invitiamo i colleghi a non fermare il servizio".

A ripercorrere gli ultimi avvenimenti è il presidente di TaxiBlu e appTaxi Boccalini. In sostanza, un primo testo di quattro giorni fa ("ci è stato presentato come blindato") consentiva dopo anni di proroghe e vuoto normativo una liberalizzazione parziale del servizio di noleggio con conducente, con diverse rimesse a livello provinciale, non più solo comunale, per evitare il rientro obbligatorio in rimessa dopo ogni prenotazione, prospettiva che aveva scatenato le manifestazioni degli Ncc.

"Era un adattamento moderno al tipo di lavoro, anni fa non l'avremmo nemmeno accettata", fa notare Boccalini. La modifica a questo testo arriva il giorno dopo, e mette invece in atto una piena liberalizzazione, aprendo, nell'ottica dei tassisti, a un noleggio selvaggio.

"L'inizio di un nuovo servizio - si legge nel testo dell'emendamento poi stralciato - può avvenire altresì senza il rientro in rimessa quando il servizio è svolto in esecuzione di un contratto concluso in forma scritta tra il vettore e il cliente, avente durata superiore a 30 giorni". Basta anche breve un contratto tra multinazionale e conducente, in sintesi, per permettere a quest'ultimo di andare da Foggia a Milano a fare l'autista, in piena libertà.

Questa seconda stesura, dopo le proteste dei tassisti, viene cancellata. "Ma nella notte tra venerdì e sabato, cioè oggi, una manina l'ha fatta rispuntare fuori. La situazione è paradossale, non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione del genere e non si capisce chi stia davvero decidendo", aggiunge ancora Boccalini.

Secondo il presidente di TaxiBlu, "adesso devono trovare una quadra e la questione è solo politica". Nel caso in cui passasse l'articolo che permette alle multinazionali come Uber di allargare e potenziare il servizio, "non riesco a immaginare cosa accadrebbe. Sicuramente la protesta sarà forte".

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