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I parroci di fronte al Sinodo: "Darà i suoi frutti favorendo l'inclusione"

16 ottobre 2014 | 17.23
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Dalle unioni gay alla comunione per i divorziati risposati. Viaggio nelle parrocchie di Roma per testare umori e aspettative tra i preti che quotidianamente si confrontano con la realtà e con i conseguenti cambiamenti della società

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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I parroci davanti al Sinodo sulla famiglia. Viaggio nelle parrocchie della capitale per testare umori e aspettative tra i preti che quotidianamente si confrontano con la realtà e con i conseguenti cambiamenti della società. Il rettore della Chiesa argentina di piazza Buenos Aires afferma all'Adnkronos: "Il Sinodo non ha alcuna intenzione di cambiare la dottrina della Chiesa in materia di famiglia, ma troverà il modo concreto di accompagnare le persone senza esclusioni attraverso la cura pastorale". Un concetto, per don Antonio Maria Grande, deve essere fermo: "Le parole di Gesù sono inequivocabili", per cui sulla discussa questione della comunione per i divorziati risposati, il rettore della chiesa argentina osserva: "Il sacramento richiede condizioni precise. Le persone, tutte, si accompagnano ma le parole di Gesù non possono essere equivocate".

Don Gaetano Saracino, parroco della parrocchia del Santissimo Redentore, nella periferia romana di Val Melaina, invita a una riflessione che resti ancorata alla realtà: "Bisogna parlarsi con chiarezza e fare in conti con la società di oggi: il 54% dei miei parrocchiani è irregolare (separati, divorziati o conviventi senza essere uniti in matrimonio) ma io cerco in tutti i modi di farli sentire al centro della vita comunitaria, senza esibizioni, Vangelo alla mano".

Sulla stessa lunghezza d'onda si trova il parroco di San Francesco Saverio, alla Garbatella, don Luciano Cacciamani: "I conservatori hanno paura che la posizione del Vangelo venga offuscata ma occorre che la Chiesa sia misericordiosa e presti attenzione a quanti sono in difficoltà".

Il rettore della chiesa argentina di Santa Maria Addolorata ripone molte aspettative sulla semplificazione delle nullità matrimoniali. "Eliminare tante farraginosità - riflette il rettore argentino - è un modo concreto per venire in aiuto delle persone che nella loro vita hanno registrato dei fallimenti". Quanto alla questione dei divorziati risposati, afferma: "Il rapporto nei confronti del matrimonio e dell'eucaristia non cambia. L'alternativa emersa al Sinodo della possibilità di un cammino penitenziale" per i divorziati risposati, secondo il sacerdote argentino, "può essere un discorso giusto, ma il sacramento richiede condizioni precise e le parole di Gesù sono inequivocabili, non possono essere messe ai voti".

Il dibattito tra i Padri sinodali ha registrato non poche frizioni anche sulla questione delle unioni gay. A questo proposito dice il rettore della Chiesa argentina: "Se si riuscirà a trovare una legge che possa favorire l'inclusione e non escludere penso sarà un bene per tutti. E' dunque auspicabile che ci possano essere più diritti per tutti". Che non ci si debba attendere delle "disposizioni immediate" dal Sinodo straordinario sulla famiglia che tra due giorni voterà una relazione finale lo sottolinea il parroco di Val Melaina dove papa Francesco è atteso nel 2015 , tuttavia il dibattito avviato - che proseguirà nel Sinodo ordinario del prossimo anno - "lascia ben sperare su una Chiesa pronta ad accogliere e a non escludere non solo con le parole ma nei fatti".

In definitiva, i parroci avvertono un "nuovo respiro nella comunità", per dirla con don Gaetano Saracino, che conclude: "Il Sinodo darà i suoi frutti concretamente, dando spessore all'accoglienza".

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