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I piccoli azionisti del Milan: "Preoccupati per il futuro"

18 ottobre 2019 | 15.03
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Il vice presidente La Scala: "Non ci aspettavamo questa situazione di bilancio"

Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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"Non ci aspettavamo questa situazione di bilancio. A metà giugno, per bocca dello stesso Scaroni, si parlava di un passivo di 90 milioni. E' ovvio che siamo preoccupati". Lo dice Giuseppe La Scala, vice presidente e voce storica dei piccoli azionisti del Milan, soffermandosi sulla situazione finanziaria del club rossonero dopo avere ricevuto nei giorni scorsi il bilancio relativo alla stagione 2018/2019, che ha evidenziato il deficit peggiore di sempre con un rosso a livello consolidato di 145,9 milioni di euro.

"La nostra preoccupazione -sottolinea La Scala all'Adnkronos- non è tanto per la solidità della società perché Elliott garantisce la tranquillità assoluta sotto il profilo finanziario. Il Milan non ha il minimo rischio di insolvenza, perché c'è sempre un azionista che continuerà a ripianare le perdite, ma finché manca un equilibrio tra entrate e uscite il rischio è che continuiamo ad avere limitazioni sul mercato. E non a caso nella relazione al bilancio si parla del rischio di sanzioni economico-finanziare o sportive da parte della Uefa per il fair play finanziario, per questo è stato deciso un accantonamento di circa 6 milioni di euro".

Il Milan non sembra intenzionato a cedere alcuni big a gennaio, anche se La Scala sottolinea che da questo punto di vista "la società non si preoccupa di rassicurarci in alcun modo, c'è un dialogo formale ma nessun tipo di anticipazione". "In ogni caso -fa notare- per non cedere i big bisogna alzare sotto altri profili i ricavi, che al momento stentano clamorosamente. L'anno scorso il commerciale è addirittura peggiorato e non mi pare che ci siano prospettive di grandi sponsor. Inoltre per rafforzare la rosa servono delle cessioni, perché altrimenti non te lo permettono le norme sul fair play finanziario. Poi, sul fronte sportivo, mi domando quale sia il progetto di questa proprietà. Rilanciarsi con i giovani vuol dire iniziare un percorso per valorizzare la rosa che richiede anni, quindi ci saranno ancora problemi di ricavi".

Per quanto riguarda il cambio di allenatore, anche secondo La Scala "l'esonero di Giampaolo era inevitabile, perché non ha avuto la lucidità di capire cosa stava succedendo e come ovviare. E sulla scelta di Pioli non appartengo alla schiera dei negativi a priori, ma certamente non fa pensare a un'operazione di lungo respiro. Quindi, rischia di essere un'altra stagione anonima anziché di rilancio". "La Champions -sottolinea- tecnicamente è ancora nelle corde di questa rosa, ma al momento siamo lontani e la concorrenza non dorme".

Infine, sul nuovo stadio: "La società ne ha bisogno e ristrutturare San Siro sarebbe un inferno. Ma è un'operazione che dal punto di vista finanziario deve ancora essere spiegata: ci dimostrino che porta i soldi alla società, oltre ad avere uno stadio più bello. Poi il fatto che lo stadio si debba fare con l'Inter non è proprio una cosa che ci entusiasma, preferiremmo avere una casa nostra".

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