cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 00:02
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Mercato

Ibra cancella l'Italia: "Non si torna dove si è fatta la storia"

14 giugno 2016 | 12.53
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Tornare in Italia? Non si sa mai, ma non si torna dove si è fatta la storia". Zlatan Ibrahimovic parla così del suo futuro e delle voci che si sono rincorse su un suo possibile ritorno in Italia, in particolare al Milan. Lo svedese, intervistato da Walter Veltroni, è il protagonista della copertina del numero di GQ Italia in edicola oggi.

"Dico due cose, forse contraddittorie -afferma Ibra parlando del suo futuro-. La prima è che non si sa mai. La seconda è che non si torna mai dove si è fatta la storia. Considero l'Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il più bello del mondo: c'è una passione infinita, calda, totale. Qualcosa che assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita". Parlando dei suoi rapporti con gli allenatori che sarebbero stati spesso burrascosi, l'attaccante smentisce quella che definisce "una leggenda". "In fondo -sostiene- mi sono lasciato male solo con Guardiola. Con gli altri ho discusso, anche litigato, come è normale, ma su cose di campo. Sono rimasto amico con tutti".

Con uno in particolare, racconta di essersi trovato bene: Fabio Capello. "Una volta -rivela Ibra- ebbi un litigio, anche fisico, con Zebina, un mio compagno di squadra. Io lo colpii. Mi aspettavo un urlo di rimprovero. Invece Capello se ne rimase in silenzio e poi disse che quel gesto aveva fatto bene alla squadra. Lui voleva sempre il massimo di tensione e di adrenalina: perfetto per me".

Con Veltroni, inviato speciale di GQ Italia, Ibra parla di razzismo ("In Italia mi venivano gridate le solite cose orrende che vengono rivolte a chi viene considerato altro da sé") e di terrorismo ("Non ero a Parigi la sera del Bataclan, ma penso che chi fa quelle cose ha il vuoto nella testa. Il mio modello è Peace and Love, sempre").

Ma anche della sua famiglia e del suo passato: "Quello che faccio non è per i soldi. A casa mancavano sempre, e spesso il frigorifero era vuoto. Oggi che ho tutto, voglio vedere se sono ancora capace di vincere. Smetterò quando non mi divertirò più. Ma non è oggi. Ho ancora voglia di imparare e credo che Totti sia nella stessa condizione".

"Mio papà -conclude- ancora oggi mi segue, sempre silenzioso e presente. Mia mamma, invece, non vuole smettere di lavorare. Continua a pulire le scale dei locali pubblici. 'Altrimenti mi annoio', mi ha detto. E penso abbia ragione".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza