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Il 16 febbraio Sardegna alle urne ma scontenti restituiscono tessere elettorali

12 febbraio 2014 | 11.07
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Il 16 febbraio Sardegna alle urne ma scontenti restituiscono tessere elettorali

Da Guspini a Teulada, da Uras a Carbonia, alla Gallura e agli studenti universitari che si trovano all'estero, numerosi elettori hanno deciso di restituire le tessere elettorali e non andare a votare per le elezioni regionali del 16 febbraio in Sardegna.

I motivi: dalla Tares oppressiva per le imprese al mancato inserimento del comune nella fiscaltà di vantaggio, dai mancati rimborsi per l'alluvione di novembre a quelli per gli studenti fuori sede che non possono sopportare la spesa del rientro, fino alle mancate stabilizzazioni dei precari nel Sulcis. E' il popolo della protesta che non andrà a votare domenica prossima per l'elezione del Consiglio regionale, che si aggiunge alle centinaia di migliaia di sardi indecisi ai quali stanno dando la caccia i sei candidati alla presidenza della Regione, Ugo Cappellacci (cd), Francesco Pigliaru (cs), Mauro Pili (Unidos), Pier Franco Devias (Indipendentisti Fiu), Gigi Sanna (Zona Franca) e Michela Murgia (Progres).

Domenica prossima sarà l'unica giornata di voto per eleggere in Sardegna il Presidente della Regione e i componenti del XV Consiglio regionale. Gli elettori sardi sono 1.479.286, di cui 754.490 donne e 724.796 uomini in base agli ultimi dati comunicati dai Comuni. I seggi apriranno alle 6,30 e, dopo le operazioni preliminari, si potrà votare fino alle 22 nelle 1.836 sezioni, mentre lo scrutinio avrà inizio lunedì mattina alle 7.

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