Nuovo sciopero generale dei lavoratori dell'Eni e di Saipem che torneranno ad incrociare le braccia per 8 ore il 19 febbraio prossimo per dire no al forte ridimensionamento del Gruppo e alla sua strategia che mira a consolidare ed estendere la propria attività fuori dall'Italia. A proclamare la mobilitazione e a spiegare le ragioni della protesta, la seconda in poco più di un mese, sono Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil che annunciano, in contemporanea per la stessa data, l'organizzazione di una manifestazione nazionale a Roma.
“Il disegno di Eni resta sostanzialmente quello prospettato dai vertici del Gruppo nel 2014-2015: dismissione della chimica e di Gela, progressiva riduzione della capacità di raffinazione, cessione di Saipem e di Gas & Power. In questo modo Eni presenta interamente il conto della caduta del prezzo del petrolio al proprio paese, incoraggiato anche dal tumultuoso e contraddittorio dibattito sulle trivellazioni", dicono ad una sola voce i leader sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani.
Nel mirino della protesta dei lavoratori soprattutto la cessione del 70% di Versalis al Fondo SK Capital. "E' un Fondo che non ha la forza necessaria per sostenere l'acquisizione di Versalis che rischia di venire indebitata e spezzettata, chiudendo una pagina importante, un pezzo di storia della chimica e dell'industria di questo paese", spiegano ancora i sindacati in attesa di una nuova convocazione da parte del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi che spingono al contrario per una partecipazione del Fondo investimenti di Cassa Depositi e Prestiti con cui garantire una forte presenza italiana in Versalis.
"La chimica ha una redditività di medio e lungo periodo e ha bisogno di investimenti e ammodernamenti che un Fondo delle dimensione e delle caratteristiche di SK Capital non può garantire", ribadiscono Filctem, Femca e Uiltec che sottolineano "l'ansia e la preoccupazione di migliaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro".