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Egitto: il Cairo, tornano investitori esteri attratti da piano riforme

09 marzo 2015 | 15.26
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Il ministro Salman spiega il modello 'alternativo' di sviluppo scelto dal paese. Il 13-15 marzo conferenza internazionale a Sharm el-Sheikh. E intanto arrivano i primi grossi investimenti da BP, Nestlé e Kellogg's

Egitto: il Cairo, tornano investitori esteri attratti da piano riforme

"Gli investitori stanno tornando in Egitto, il paese arabo più popoloso, spinti dalle riforme economiche, legislative e regolamentari del governo, che insieme rappresentano una rivoluzione silenziosa". Lo scrive il ministro egiziano per gli Investimenti, Ashraf Salman, in un articolo pubblicato nel fine settimana sul Wall Street Journal. Il ministro parla dei grossi investimenti nel settore delle infrastrutture che il paese ha deciso di fare da quando si è insediato il presidente Abdel Fattah al-Sisi, tra i quali il raddoppio del Canale di Suez e la creazione di un'area industriale e logistica lungo le sue rive.

Questi progetti, insieme alla riforma fiscale e del sistema dei sussidi, "attraggono gli investimenti diretti esteri", che avevano conosciuto un drastico calo in seguito ai disordini e all'instabilità che il paese ha conosciuto a partire dalla rivoluzione del 2011. Proprio per rilanciare gli investimenti, il governo egiziano ha organizzato dal 13 al 15 marzo a Sharm el-Sheikh una conferenza internazionale a cui partecipano i rappresentanti di molti governi e di aziende internazionali.

"Quello che succede oggi in Egitto - spiega il ministro - è molto diverso dai modelli di sviluppo economico tipici del passato. La crescita dei mercati emergenti è spesso guidata dall'estrazione di risorse primarie come il petrolio o da produzioni a basso costo destinate all'esportazione. Entrambi questi modelli presentano insidie". Nelle economie che si reggono sul petrolio, secondo il ministro, raramente si sviluppano altre forme di industria, mentre in quelle concentrate sull'export non si sviluppa un mercato interno e si dipende dai cicli economici mondiali.

"Il governo egiziano punta invece su un modello intermedio - spiega Salman - che massimizzi le risorse naturali dell'Egitto, incoraggi l'export delle industrie" e al tempo stesso irrobustisca il mercato interno. Secondo il ministro, "gli investitori stranieri cominciano a riconoscere questa diversità e a destinare il loro denaro a questo modello multi-industriale".

Salman cita dati secondo i quali nel biennio 2007-2008 gli investimenti diretti esteri in Egitto erano 13 miliardi di dollari, mentre in quello 2010-2011 sono precipitati a 2,2 miliardi. Ma già tra 2013 e 2014 si è avuta una rimonta fino a quattro miliardi. Il ministro elenca quindi alcuni casi che testimoniano il crescente interesse di grandi aziende straniere per il paese.

Ricorda ad esempio che la British Petroleum (BP) ha annunciato a dicembre un investimento in Egitto da 12 miliardi di dollari per cinque anni. A gennaio, la Nestlé ha annunciato un piano di investimenti da 138 milioni di dollari per creare un suo polo manifatturiero nel paese arabo. Nello stesso mese, la Kellogg's ha acquisito la maggioranza della finanziaria Bisco Misr, lasciando immaginare che pianifica un accrescimento del suo giro d'affari nel Nord Africa, a partire dall'Egitto. Proprio come hanno già fatto, conclude il ministro Salman, Coca Cola, PepsiCo e la saudita Almarai.

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