Parla il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità: "Chi l'ha pronunciata non capisce nulla".
La fatwa diffusa sul portale Islam Web che fa appello a distruggere le Piramidi e la Sfinge in quanto 'idoli' e ripresa negli ultimi giorni dalla stampa egiziana "non ha alcun legame con la religione". E' questo il commento del segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, Mustafa Amin.
"Chi ha pronunciato questa fatwa non capisce nulla", afferma Amin in un'intervista ad Aki-Adnkronos International. "La religione - spiega - ci esorta a prendere esempio da chi ci ha preceduto attraverso l'osservazione di ciò che ci hanno lasciato". La legge egiziana "punisce chi intacca i beni archeologici, anche solo con un graffio", sottolinea Amin. A proposito delle immagini diffuse sul web in cui i miliziani dell'Is distruggono i reperti del museo iracheno di Mosul, Amin esprime "totale rifiuto" per questo gesto.
"Tutto questo non ha nulla a che vedere con la religione", ribadisce. "Questi reperti sono il punto di contatto diretto tra noi e il passato e la loro esistenza è importante", prosegue Amin, mettendo in evidenza che la loro distruzione "priva il mondo di una parte della storia della civiltà e delle prove scientifiche che la documentano". L'Egitto "è pronto ad aiutare l'Iraq o qualunque Paese arabo, se ce lo chiederanno, mettendo a disposizione la nostra esperienza nel campo del restauro, come ha già annunciato il ministro Mamdouh El Damati".