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'Il canto di Ulisse', in scena a Roma reading-concerto su testi di Primo Levi

31 gennaio 2022 | 16.28
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Data unica il 21 febbraio all'Off Off Theatre, interpretato da Herlitzka accompagnato da Santospago e dai musicisti Di Carlo e Capon

Lo scrittore Primo Levi.
Lo scrittore Primo Levi.

"Nel mio scrivere, nel bene o nel male, sapendolo o no, ho sempre teso a un trapasso dall'oscuro al chiaro, come (mi pare che lo abbia detto Pirandello, non ricordo più dove) potrebbe fare una pompa-filtro, che aspira acqua torbida e la espelle decantata: magari sterile". Così Primo Levi. Arriva a Roma -per la prima volta- "Il canto di Ulisse", reading-concerto in un atto dai testi di Primo Levi "L’ultimo Natale di guerra" e "Se questo è un uomo", che vede protagonista Roberto Herlitzka, accompagnato da Stefano Santospago e dai musicisti Alessandro Di Carlo al clarinetto e Alberto Caponi al violino. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Diritto e Rovescio, con la curatela registica di Teresa Pedroni, è stato concepito in occasione del Centenario della nascita di Primo Levi (31 luglio 1919). Il reading-concerto, in data unica il 21 febbraio, sarà presentato al pubblico all’interno dell’Off Off Theatre di via Giulia.

"L’ultimo Natale di guerra" è una raccolta di vari racconti 'dispersi', scritti da Primo Levi tra il 1977 e il 1987 per diversi giornali-riviste ed editi postumi. "Il canto di Ulisse" è invece, all’interno di "Se questo è un uomo", l’episodio in cui più intensamente e consapevolmente vediamo i personaggi elevarsi al di sopra dell’atmosfera del lager con versi, quelli di Dante, che hanno il potere di evocare un mondo di spazi aperti, orizzonti sterminati, mari e montagne familiari, oltre il confine dei lager.

Ulisse è l’uomo che esprime una delle sue aspirazioni più alte, il desiderio di conoscenza: ("Considerate la vostra semenza: / Fatti non foste a viver come bruti, / Ma per seguir virtute e conoscenza") e grazie alla regia di questo celebre brano si immagina un viaggio dove il protagonista Primo Levi racconta momenti del suo vissuto tragico nel lager con una grande limpidezza, animato da un grande sentimento di pietas per tutti i suoi compagni, "i sommersi". "Sono frammenti di ricordi di vita del lager vissuta con quel '174517' marchiato sull’avambraccio sinistro -sottolinea Teresa Pedroni- vita di cui Primo Levi si è reso testimone con la sua opera letteraria per salvare la memoria di tutta l’umanità dal 'Male': ricordare per noi non dev’essere solo uno strumento culturale, ma un dovere morale, in questo momento storico più che mai".

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