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Il cardinale Vallini: "Allarme terrorismo per il Giubileo? L'Onu favorisca il rispetto dei cristiani"

19 marzo 2015 | 14.10
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Il vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma: "E' un fenomeno incontrollabile. Misure di sicurezza rafforzate in Vaticano e Laterano, lavoriamo in serenità e fiducia"

Il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini
Il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini

''Allarme terrorismo per il Giubileo? Non è un fenomeno controllabile, possiamo solo confidare che non si verifichino atti che provochino nuovi lutti e dolori, come quelli purtroppo registrati ieri a Tunisi''. Lo sottolinea il cardinale Agostino Vallini, vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma, nel corso della presentazione al Palazzo del Laterano, sede del Vicariato di Roma, delle prime iniziative in vista dell'Anno Santo straordinario.

Osserva il cardinale Vallini: ''Manca anche un punto di riferimento unitario per intervenire. Ogni Paese ha una situazione differente, la Tunisia è diversa dalla Libia, la Siria lo è dall'Iraq. Difficile che possa esistere una linea unitaria di intervento ma l'augurio -sottolinea il porporato- è che l'Onu, sostenuto da una forte opinione pubblica mondiale, possa creare una linea di pensiero comune e favorire così il rispetto per i cristiani come per tutte le altre fedi religiose''.

Per quanto riguarda in particolare gli obiettivi sensibili del Vaticano e del Laterano, il cardinale vicario del Papa afferma che ''tutta Roma è un obiettivo sensibile: siamo nelle mani di Dio... Le misure di sicurezza sono state rafforzate e comunque noi lavoriamo in pace e in serenità, andiamo avanti e siamo fiduciosi che prima o poi il buon senso possa affermarsi''.

Il cardinale Vallini esorta a ''sviluppare una riflessione sul concetto di libertà religiosa'', ricordando che ''la Chiesa cattolica in un documento del Concilio Vaticano II proclama la libertà dell'uomo in materia di religione''. Quindi sottolinea che ''ogni forma che in nome di una fede religiosa diventi motivo di distruzione, di violenza e di morte contrasta con l'atto religioso''.

Prosegue Vallini: ''La religione, per definizione non è mai guerra e violenza perchè fa riferimento diretto a Dio, comunque lo si voglia chiamare. La vera esperienza religiosa rispetta l'uomo e non sarà mai violenta, non produrrà mai sangue e morte''.

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