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Expo: 1,3 mld tonnellate di cibo ogni anno nei cassonetti

26 ottobre 2015 | 16.04
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Expo: 1,3 mld tonnellate di cibo ogni anno nei cassonetti

Ogni anno nel mondo si gettano nella spazzatura 1,3 miliardi di tonnellate di cibo: ben 4 volte la quantità che sarebbe necessaria alle circa 800 mila persone che soffrono la fame sul pianeta. Antonio Caretto, presidente nazionale Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), ricorda i dati del rapporto 2014 'Waste Watcher' oggi all'Expo di Milano, durante un incontro del ciclo di eventi promossi dal ministero della Salute all'Esposizione universale.

"Il problema dei Paesi in via di sviluppo riguarda soprattutto i processi produttivi: mancanza di infrastrutture, condizioni climatiche, tecnologia non adeguata allo stoccaggio immediato del prodotto", spiega Caretto. Nei Paesi sviluppati, invece, il punto critico è la mancanza di equilibrio tra domanda e offerta. "Spesso abbiamo un surplus di disponibilità di cibo che non viene poi completamente utilizzato", osserva l'esperto. Fare la spesa una volta la settimana spinge infatti le persone a riempire il carrello senza pianificare con cura i pasti dei giorni successivi, finendo per buttare tutto ciò che è in eccesso.

Inoltre, secondo un recente studio condotto in Piemonte, lo spreco sarebbe anche negli ospedali, dove un terzo del cibo prodotto viene buttato. A finire nella spazzatura soprattutto frutta e verdura, ma nei cassonetti non mancano formaggi, carne, pesce e cereali. Lo spreco alimentare ha conseguenze anche sull'ambiente: lo smaltimento dei rifiuti provoca infatti inquinamento dovuto all'emissione di gas tossici nell'atmosfera. "Il cittadino va educato, deve sapere esattamente ciò di cui ha bisogno quando entra in un supermercato", sottolinea Caretto.

Decalogo di buone pratiche per ridurre gli sprechi alimentari

Per aiutare gli italiani a prestare più attenzione a quello che mettono nel piatto, l'esperto presenta un decalogo di buone pratiche utili a limitare gli sprechi.

1) Spesa: programmare gli acquisti, controllare di che cosa si ha bisogno, fare una lista degli alimenti da comprare, pianificare i pasti della settimana;

2) Stagionalità: preferirla permette di avere un prodotto fresco (soprattutto frutta e verdura) e riduce l'impatto dell'inquinamento sull'ambiente;

3) Frigorifero: scartare confezioni, riporre i cibi nel ripiano giusto (la verdura in basso, il latte in alto), disporre i prodotti in modo che quelli più deperibili siano davanti a quelli con scadenza più lunga;

4) Freezer: congelare i prodotti ne facilita la conservazione;

5) Dispensa: deve essere pulita, alimenti come farine, pasta e riso vanno conservati in contenitori rigidi, porre davanti i cibi con scadenza ravvicinata;

6) Etichetta: è la carta d'identità degli alimenti, è fondamentale saperla leggere bene;

7) Cucina: evitare di cucinare in eccesso perché gli avanzi non sempre sono mangiati;

8) Manutenzione: importante quella della cucina e degli elettrodomestici;

9) Ricette: utile usare gli scarti alimentari per inventare nuovi piatti;

10) Condivisione: quando non sia possibile congelare o conservare in modo adeguato i cibi, il consiglio è il foodsharing. "La dieta mediterranea è uno stile di vita ed è anche convivialità. Mangiare insieme è un buon modo per limitare gli scarti e stare meglio", conclude Caretto.

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