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Teatro: Dado, nel mio nuovo spettacolo la 'mafiosità' che si annida nell'uomo

12 marzo 2015 | 17.54
LETTURA: 4 minuti

Da domani al Teatro Italia di Roma con 'La società dei magna magna': "Tutto nasce da una canzone, ispirata dalla notizia di Mafia Capitale, che ha avuto quasi un milione di contatti su internet nel giro di una settimana e mezzo"

Gabriele Pellegrini, in arte Dado
Gabriele Pellegrini, in arte Dado

"Tutto nasce da una canzone, ispirata dalla notizia di Mafia Capitale, che ha avuto quasi un milione di contatti su internet nel giro di una settimana e mezzo. In quell'occasione ho scoperto cosa significhi virale...". Gabriele Pellegrini, in arte Dado, parla con l'Adnkronos del suo nuovo spettacolo 'La società dei magna magna', in scena al Teatro Italia di Roma il 13-14-15-20-21-22 marzo. "Seduto sul divano di casa, con mia moglie che mi riprendeva con il cellulare, ho rivisitato lo stornello romano 'La società dei magnaccioni' che è diventata 'La società dei magna magna', che dà il nome allo spettacolo - sottolinea il comico romano - Sinceramente non credevo avrebbe avuto tutto questo successo".

"Questi più che dei mafiosi mi sono sembrati dei dilettanti allo sbaraglio tanto che l'ho definiti una Sacra coratella unita- continua Dado - Nello spettacolo metto a confronto questi mafiosi romani con i veri mafiosi, che ci hanno messo anni per essere temuti in tutto il mondo e arrivano questi che si sono appropriati del marchio senza averne nessuna autorizzazione dalle alte sfere". "Da qui ho immaginato dove si annida nell'uomo questa voglia di essere furbi, mafiosi, che è un po' insita in realtà, e come si manifesta questo ricatto continuo filo-mafioso nell'amicizia, nell'amore, nel lavoro, nella quotidianità insomma", racconta il comico.

"Anche nei bambini si manifesta talvolta questo aspetto. Quando magari dicono alla nonna: 'o mi compri questo giocattolo o io non faccio o faccio questo - dice Dado - La famiglia e l'essere genitore è molto presente in questo spettacolo. Parlo anche del rapporto con mia figlia di 17 anni. Perché anche tra genitori e figli in alcuni casi si instaura un rapporto ai limite del legale, fatto di compromessi: 'Stasera esci ma poi ti sequestro il telefono... Un atteggiamento un po' da censore e poliziotto nei confronti dell'adolescente che non vuole rispettare le regole. E poi c'è la figlia che prende in giro il padre che è vecchio, anacronistico rispetto al mondo di oggi, lento a usare il cellulare e timoroso nel toccare lo schermo".

In tv è impegnato in 'Made in Sud' su Rai2 e con 'Servizio pubblico'

Negli spettacoli del comico romano, che sia in tv o a teatro, ci sono sempre riferimenti all'attualità: "Uno o due battute, anche quando facevo 'Zelig', le riservavo sempre a qualche notizia recente. Perché certi fatti dell'attualità sono già delle battute in sé. Come accade con una notizia, una battuta non è che te la inventi. Cerchi un parallelo per farla diventare vera".

Impegnato in tv con 'Made in Sud' su Rai2 e con 'Servizio pubblico' di Michele Santoro "per il quale scrivo canzoni satiriche insieme ad altri autori su temi che lui mi commissiona e dei quali parlerà in trasmissione", per il comico romano il teatro "è una responsabilità incredibile".

"Non è come la tv, alla quale puoi abbassare il volume o che accendi per farti compagnia - dice - Per andare a teatro ti devi preparare, riuscire di casa, trovare parcheggio. Sai quanta gente arriva incazzata perché ha girato tre ore per parcheggiare: in quel caso ci metti almeno 20 minuti per 'recuperarli'". "Il teatro è un momento di scambio forte. Alla gente che viene devi far capire che non ha perso e non sta perdendo tempo. Ogni sera in pratica ti metti in gioco davanti a queste persone che ti giudicano. E non è facile", sottolinea il comico.

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