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Il 'contro Def' della Cgil, più lavoro con patrimoniale e imposte successione

14 aprile 2015 | 14.49
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Il Documento del Governo, dice il leader Susanna Camusso, "non scommette sul lavoro, non investe sulla crescita e disegna una politica economica fatta solo di tagli e proclami sul fisco"

Susanna Camusso - INFOPHOTO
Susanna Camusso - INFOPHOTO

Tre proposte "per il verso giusto": sono quelle che la Cgil ha messo a punto in alternativa al Def con cui ottenere un sostanziale cambio di passo sul fronte lavoro: un'imposta sulle grandi ricchezze; un sostanzioso aumento della tassazione sulle successioni; l'utilizzo dei fondi pensione dei lavoratori. Tre interventi che se attuati, spiega il leader Cgil, Susanna Camusso, potrebbero "smuovere risorse per il lavoro con cui determinare ben altri tassi di crescita".

Con la patrimoniale infatti, con cui tassare in via ordinaria con un aliquota progressiva dallo 0,55% all'1,8% la ricchezza esclusivamente finanziaria, si potrebbe rastrellare un gettito potenziale pari a 10 miliardi di euro, creando 740mila nuovi posti di lavoro in 3 anni con cui dimezzare il tasso di disoccupazione e far volare il Pil.

Stesso obiettivo da perseguire con l'aumento delle tasse di successione (sopra i 500 mila euro, salvo prima casa, con aliquote dal 10 al 40%) con cui drenare altri 4 miliardi di euro da impiegare come alternativa ai tagli previsti nella sanità . Infine i fondi pensione pensati come nuovo strumento per rilanciare gli investimenti salvaguardando al tempo stesso il risparmio previdenziale. Introito previsto tra i 20 ed i 30 miliardi da dedicare al sostegno infrastrutturale sociale e produttivo del paese.

Del resto, il giudizio sul Def 'vero', quello firmato da Padoan, è tranchant: "non scommette sul lavoro, non investe sulla crescita e disegna una politica economica fatta solo di tagli e proclami sul fisco", spiega Camusso. "È un Def che si muove in linea con quello dei governi precedenti, che non affronta la disoccupazione, anzi la continua a prevedere a doppia cifra anche nel lungo periodo, e non scommette sul lavoro come leva per creare crescita".

"Non ci sono scelte coraggiose, ad esempio sulle stazioni appaltanti - incalza il segretario Cgil - né scelte rigorose sul fisco per renderlo equo". Un Def, conclude, "che parla di una crescita che non c'è" e che non ci potrà essere "se non si punta sul lavoro".

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