L’inazione contro il cambiamento climatico potrebbe costare all'economia globale 178 trilioni di dollari nei prossimi 50 anni. Nel 2070 la perdita media annua del PIL si assesterebbe al -7,6% rispetto a uno scenario non affetto dal cambiamento climatico. Al contrario, accelerando rapidamente il processo di decarbonizzazione, l'economia globale potrebbe guadagnare 43 trilioni di dollari nei prossimi cinque decenni.
È quanto emerge dal report Global Turning Point Report 2022 di Deloitte. Secondo il report sono quattro gli elementi chiave su cui agire per favorire la decarbonizzazione a livello globale: la collaborazione tra settore pubblico e privato per la costruzione di politiche efficaci volte a guidare il cambiamento; investimenti da parte delle imprese e dei governi per promuovere cambiamenti strutturali nell’economia globale tali da privilegiare le industrie a basse emissioni e accelerare la transizione verde; l’impegno, in ogni area geografica, a gestire i rispettivi turning points, ossia il momento in cui i benefici della transizione verso la neutralità carbonica superano i corrispondenti costi, guidando così una crescita regionale positiva; sulla base del relativo turning point, i sistemi economici e sociali locali devono promuovere un futuro più sostenibile, ovvero un’economia decarbonizzata in grado di crescere a tassi maggiori rispetto a una equivalente economia carbon-intensive.
Il Mediterraneo è considerato un vero e proprio hotspot del cambiamento climatico: si è riscaldato e continuerà a riscaldarsi più della media mondiale. Già oggi la temperatura media è di +1,5°C rispetto al livello preindustriale, contro una media globale di +1,1°C. Guardando all’Italia, con uno scenario di riscaldamento globale di circa 3°C si verrebbero a verificare enormi danni in termini economici, ambientali e per la salute umana.
Nei prossimi 50 anni secondo il report di Deloitte "Italy’s Turning Point - Accelerating New Growth On The Path To Net Zero 2021" tale scenario potrebbe costare circa 115 miliardi al 2070, l’equivalente di una caduta del 3,2% del PIL al 2070. La risorsa acqua è, e sarà secondo Deloitte, la più critica nell’area mediterranea, come purtroppo testimonia la siccità che ha caratterizzato i primi mesi del 2022 nel nostro Paese.